Con Il Cavaliere dei Sette Regni Martin si riconferma narratore straordinario, capace di trasformare tre storie di cappa e spada in avventure senza tempo
Titolo: Il Cavaliere dei Sette Regni
Autore: George R. R. Martin
Editore: Mondadori
PP: 332
Prezzo: euro 18,50 cartaceo, euro 10.99 ebook
La polvere imbianca ancora i miei stivali mentre siedo a vergare queste parole. Tornare a percorrere la Strada del Re attraverso i Sette Regni è sempre emozionante.
Pur riportandoci nelle terre di Westeros, non siamo davanti ad un nuovo capitolo de Le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco, altrimenti avreste sentito squilli di tromba e fanfare. questo volume ci trascina indietro nel tempo, novant’anni prima degli eventi della saga che ha reso celebre George R. R. Martin al grande pubblico.
Il Cavaliere dei Sette Regni raccoglie i primi, e per ora unici, racconti della serie dedicata ai personaggi di Dunk ed Egg. Altri racconti sono previsti nel futuro per un numero totale che varia tra i sei e i dodici, stando alle diverse dichiarazioni dell’autore.
Lo scalcagnato cavaliere errante, Ser Duncan l’Alto, incontra il suo tanto speciale quanto linguacciuto scudiero Egg nel racconto Il Cavaliere Errante del 1998 (già edito in Italia nella raccolta I Re Di Sabbia). Durante il torneo di Ashford il destino di Dunk s’incrocia con quello di un irascibile principe dal sangue di drago, mettendo a rischio la sua vita e cambiando il destino del regno.
Nell’inedito (da noi) La Spada Giurata del 2003 i due si trovano a servizio di un anziano lord decaduto, durante una tremenda siccità, un fiume in secca a causa di una diga costruita da un lady vicina, ma non sempre torto e ragione sono dove ci si aspetterebbe.
Il secondo inedito, Il Cavaliere Misterioso del 2010, ci riporta sulla scena di un torneo, Dunk tenta maldestramente la fortuna e niente è come sembra.
Tre racconti di epica minuta, in bilico tra codice cavalleresco, crudezza fanta-medievale, piccoli manieri di una ancor più piccola nobiltà, tornei, giostre, scontri, risse e qualche immancabile intrigo da cui la coppia riesce a uscire non senza qualche significativa scalfittura.
Il tutto viene ambientato, come si diceva, novant’anni prima della serie principale, prima della rivolta guidata da Robert Baratheon e quindi ancora durante il regno della dinastia Targaryen, ma una generazione dopo la ribellione dei Blackfyre, il cui ricordo serpeggia in tutti i racconti.
Martin si riconferma narratore straordinario, capace di trasformare tre storie di cappa e spada in avventure che tengono il lettore incollato alle pagine e lo immergono totalmente nel mondo dei Sette Regni.
Ancora più notevole la prova autoriale dato che la forma racconto costringe alla sintesi, soprattutto se confrontata con la monumentale mole della serie principale.
Martin riesce però a pennellare i suoi affreschi come sempre, con l’incredibile capacità di risultare estremamente ricco nei dettagli eppure scorrevole in maniera a dir poco disarmante.
Le avventure di Dunk e Egg, pur stando perfettamente in piedi da sole, nascono nel passato del mondo fantastico creato da Martin e si ripercuotono sul suo futuro ma dovendo essere condensate risultano anche molto più efficaci.
Oltre che un must per tutti gli amanti de Le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco anche un bell’esempio per chi aspira a diventare autore, soprattutto in campo fantasy: non è necessario scrivere una saga a tutti i costi, nemmeno una trilogia, nemmeno un romanzo, si può cominciare da un racconto e riuscire terribilmente bene.