Dead Set colpisce lo spettatore come se anche lui si trovasse ad essere uno zombie e venisse sconvolto da un prodotto così ben costruito e architettato

Un colpo in testa. Una botta devastante che va dritto al capo. Ecco cosa rimane dopo la visione di Dead Set, mini serie made in U.K. divisa in 4 puntate e trasmetta in Italia nel 2010 su MTV.

Dead Set colpisce, colpisce lo spettatore, come se anche lui si trovasse ad essere uno zombie e venisse percosso, sconvolto, tramortito da un prodotto così ben costruito e architettato.

Dead Set

La storia. Durante una delle puntate del Grande Fratello inglese tutto il mondo subisce una tremenda invasione di non morti. Gli zombie seminano il panico e diffondono il loro virus mortale a chiunque si frapponga a loro. Tutto il mondo è infettato, gli unici all’oscuro della situazione sono i protagonisti del reality show. I quali continuano la loro vita routinaria come se fossero ancora in diretta, seguiti dal grande pubblico. Tutto questo va avanti finché una ragazza, facente parte della troupe del programma, non entra dentro la casa e li avvisa di ciò che sta accadendo.

Dead Set non è altro che una metafora della cultura moderna. Più che cultura in senso lato, una cultura televisiva formata da un pubblico zombie pronto a ricevere senza cogliere, come una sorta di contenitori senza fondo. Un pubblico contenitore che accetta senza opposizioni, che riceve senza sosta una serie di contenuti che non vengono, o che non riescono, ad essere recepiti.

Dead Set è uno sguardo lucido, tremendo, visionario, ma pur sempre reale, sulla cultura televisiva, dalla parte del pubblico. Un pubblico che pensa di avere il potere nelle sue mani ma non è altro che un potere apparente. Un pubblico che viene utilizzato e coercito e a cui, di conseguenza, viene instillata una forma mentis di pensiero, d’azione e di cultura.

Dead Set

Tutto questo è il risultato dei tempi attuali, in cui il potere della televisione può realmente imporre, far agire e far pensare qualsiasi cosa. Questo sistema di idee però non vincola tutto il pubblico. Esiste una minoranza che rifiuta un sistema del genere e riesce a vedere con distacco la situazione, ritrovandosi a essere al di fuori dell’universo “zombie”.

Eppure in Dead Set questa minoranza non esiste. Ciò che viene rappresentato è un mondo ormai assoggettato a quel potere. Un mondo quasi per intero composto da zombie. Le uniche eccezioni sono rappresentate dai ragazzi presenti all’interno della casa del Grande Fratello, i quali creano delle barricate, cercano di difendersi dall’infezione proveniente dall’esterno, dagli zombie che vogliono entrare in quel luogo che considerano sacro.

Infatti, come dice uno dei sopravvissuti, loro cercano di entrare lì perché quello è l’unico luogo che ricordano prima di diventare degli infetti. Quindi con tutte le loro forze cercano di raggiungerlo, accalcandosi davanti ai cancelli, distruggendo tutto ciò che si trova davanti alla loro strada. Per raggiungere quell’ unico barlume di luce, che gli ricorda una vita passata.

Dead Set

E dalle barricate partono i colpi di fucile in direzione degli infetti che cercano di sfondare i cancelli. Sono proiettili che colpiscono dritti alla testa, ma sono colpi che lasciano il tempo che trovano. La fine è già scritta, sono troppi da poter essere contrastati. Si pensa a qualche piano di fuga, ma anche in questo caso sono tutti piani senza una logica.

E la puntata finale di Dead Set si trasforma in una sorta di reality nel reality. I protagonisti sono tutti dentro la casa, pensano a cosa fare, pensano ad una via d’uscita, ormai divisi in due schieramenti. E noi spettatori ci ritroviamo nuovamente ad assistere all’ennesimo reality. Un reality sulla sopravvivenza. Un reality che ancora non è stato pensato. Un reality che forse un giorno vedrà la luce su qualche canale via cavo.

Il finale è l’unico possibile: l’infezione si diffonderà. Nessuno riuscirà a salvarsi. Tutto il mondo cadrà sotto il potere degli infetti. Tutto il mondo sarà composto da zombie.

Dead Set, come si affermava ad inizio articolo, si configura come un colpo in testa. Lo stesso colpo in testa che è l’unica soluzione per riuscire ad avere la meglio sugli zombie.

Terminata la visione di questa mini serie ci si trova straniti, ma questo smarrimento permette di avere uno sguardo più aperto sui pericoli derivanti dalla televisione (e, soprattutto, da un consumo incosciente dei suoi prodotti).

Dead Set

E’ curioso indagare chi ha prodotto Dead Set: la serie infatti è stata prodotta da una costola della casa madre del Grande Fratello. Una sorta di “non prendiamoci troppo sul serio” che permette di non prendere troppo sul serio i contenuti veicolati dalla televisione.

Dispiace vedere una serie del genere prodotta e ambientata solanto in U.K., quando in altri paesi europei, come in Italia, il numero degli zombie continua ad aumentare. Dove le barricate cominciano a cedere e in cui l’unica soluzione rimasta sembra essere un colpo preciso al cranio, con la speranza che funzioni e di non ritrovarci circondati da zombie che si comportano secondo schemi costituiti e impostati da una regia nascosta (seguendo un copione preciso) che vuole farci essere tutti uguali, senza un’opinione diversa.

Ritrovandoci a diventare contenitori vuoti da riempire.