La gallina di Daniele Raco è palpabilmente un libro crudo, doloroso, arrabbiato, nonostante qua e là spunti una battuta magari anche molto buffa.

La gallina, la recensione di Marco PivaTitolo: La gallina

Autore: Daniele Raco

Editrice: autofinanziato tramite Produzioni dal Basso

Pagine: 124

Daniele Raco ce l’avrete presente: è quel comico genovese con la panzetta e il pizzetto bianco, che ogni tanto appare nelle trasmissioni più importanti (Zelig compreso) e che ama il wrestling. La gallina è il suo terzo libro; i primi due sono i classici “libri di un comico”, raccolte di battute per la maggior parte già sentite in teatro o in televisione.

La gallina no: si tratta di un racconto lungo, o forse di un romanzo breve, nel quale magari si sorride anche ma in cui strappare una risata non è l’obiettivo principale.

I protagonisti de La gallina sono tanti. Roberto, un ex direttore delle poste poi licenziato; Emilio, un uomo politico con di fronte un futuro brillante a Montecitorio; Daniele, un comico di successo; Elena, una bella casalinga, felicemente sposata e madre soddisfatta; Carlo, un barista; Salvatore, proprietario di una piccola ma rinomata impresa di costruzioni.

Cos’hanno in comune tutte queste persone, a parte il fatto di vivere a Genova? Il demone del gioco. C’è chi sperpera tutto quello che ha con le scommesse sportive, chi è un giocatore incallito di poker e chi butta via il denaro nelle slot, in particolare nella titolare “gallina”. E ognuno di loro sceglie di ignorare le conseguenze che il gioco ha sulla sua vita e sulla sua carriera finché qualcosa di improvviso non li mette di fronte ai fatti.

Tra i vari personaggi, è palese che Daniele il comico non è che un ritratto, con il cognome cambiato, dell’autore stesso, per il quale questo libro, piccolo nelle dimensioni ma non nel significato, è quindi evidentemente anche una confessione e allo stesso tempo un modo per sensibilizzare il pubblico sul problema, sempre più serio, del gioco d’azzardo.

La gallina è palpabilmente un libro crudo, doloroso, arrabbiato, nonostante qua e là spunti una battuta magari anche molto buffa; un libro significativo, importante, che tocca e attacca un settore che molti ignorano, in particolare coloro che non sono giocatori compulsivi, quelli che sono capaci di limitarsi a una schedina ogni tanto.

Qualcuno si chiederà perché una persona come Daniele Raco, un nome di rilievo nel suo campo, abbia scelto di farsi finanziare questo libro tramite Produzioni dal Basso invece che andare a cercare una casa editrice pronta a usare il suo successo per promuoverlo. Raco non lo spiega, né all’interno del volumetto né sulla pagina creata appunto per raccogliere adesioni al progetto, quindi non ci restano che le teorie.

Personalmente, penso che abbia scelto di farlo per onestà intellettuale: non voleva che la gente comprasse un nuovo libro di “Daniele Raco il comico” illudendosi di trovarvi una raccolta di monologhi e battute divertenti; ha scelto di costringere chi avesse intenzione di comprare La gallina a scoprire anzitutto di cosa si sarebbe trattato, ad acquistarla con la consapevolezza che questo è un libro che parla del gioco d’azzardo attraverso la storia, reale o quantomeno molto realistica, di alcuni giocatori compulsivi.

Avere quindi deciso di chiedere ai lettori di finanziare questo progetto tramite il crowdfunding è stata, perdonatemi la battuta infelice, una scommessa che Raco ha vinto in maniera trionfale. Certamente la consapevolezza di essere un “volto famoso”, capace in quanto tale di attirare l’attenzione pubblica, gli avrà dato una certa confidenza, gli avrà fatto capire che il suo messaggio sarebbe arrivato a molti. Ma c’è anche il fatto che ogni persona che ha partecipato al crowdfunding ha più o meno pubblicamente prendere coscienza del problema che Raco affronta nel suo libro.

Insomma: si tratta di un capolavoro? Forse no, ma di sicuro è un libro interessante, appassionante, intenso, sentito, vivo, che cattura e mantiene l’attenzione del lettore dall’inizio alla fine.

Un libro, senza dubbio, da leggere.