Interstellar, l’ultimo, lungo film di Christopher Nolan ci porta nello spazio più profondo per salvare il mondo ed esplorare noi stessi.

L’agricoltura tornerà ad essere il lavoro del domani, si ripete da tempo. E in effetti, con una popolazione che supera i 7 miliardi ed é in continuo aumento, questo pianeta avrà sempre più bisogno di gente che coltivi cibo in futuro. Fino a quando non ce ne sarà abbastanza per tutti, distrutto da piaghe e tempeste di sabbia che non lasciano nulla se non un’infinita desolazione. interstellar-la-recensione 01 É questo il cupo sfondo su cui inizia Interstellar di Christopher Nolan, uscito in questi giorni nelle sale cinematografiche italiane e attesissimo da pubblico e critica. Un film che, come la maggior parte di quelli diretti da questo regista (basti pensare alla trilogia del Cavaliere Oscuro, alias Batman) ha una durata non indifferente, con i suoi ben 169′, e un carico di significati infinito. Il tutto ambientato nello spazio più fitto e tenebroso di sempre. Cooper (il Premio Oscar Matthew McConaughey) é un ex pilota aereospaziale statunitense, finito a fare l’agricoltore in un ipotetico XXI secolo perché il mondo non ha più risorse cin cui sfamarsi. Una dopo l’altra, le coltivazioni sono morte e per ora resiste soltanto il mais. Vedovo, deve accudire i suoi due figli insieme al padre di sua moglie, e tutti e quattro vivono in una fattoria in mezzo alla sabbia. Un giorno, convinto dall’insistenza di sua figlia Murphy (Mackenzie Foi) a decifricare un messaggio lasciatole da un “fantasma” in camera sua, scopre le coordinate per un luogo segreto: l’ultima base della NASA rimasta, dopo che il governo ha chiuso l’agenzia per poi richiamarla. La sua missione é cercare un nuovo mondo da abitare, la Terra sta morendo e la razza umana deve essere salvata. interstellar-la-recensione 01 L’arrivo di Cooper capita a fagiolo: sarà lui a guidare una squadra di tre scienziati oltre un buco nero, vicino Saturno, per cercare il pianeta da colonizzare. Dopo aver salutato la figlia tra le lacrime, mentre lei lo implorava di non andarsene, il pilota parte verso l’infinito più profondo. Insieme a lui c’è anche la dottoressa Amelia Brand (Anne Hathaway), figlia dell’ideologo della missione, pronta anche al piano b: lasciare l’umanità al proprio destino e crescere ovuli fecondati sul pianeta scelto. Dal momento del lancio in poi, tutto il film sarà una continua corsa contro il tempo, in un alternarsi di silenzi e rumori che fanno crescere vertiginosamente l’ansia e il pathos nello spettatore. Mentre la navicella spaziale oltrepassa il buco nero ed esplora nuovi mondi, la vita sulla Terra scorre molto più velocemente e la promessa fatta da Cooper a sua figlia, ormai diventata adulta (Jessica Chastain), prima di partire diventa sempre più un eco lontano e vuoto. Di significati, simboli, metafore Nolan ne ha messe a migliaia. Non é un film perfetto, nonostante tutti i suoi dettagli, ma é comunque superbo: con poesia ed esplosioni tipicamente hollywoodiane, il regista riesce a scrivere la propria versione della fisica attorno a una storia d’amore tra padre e figlia, a sua volta unita all’impresa di salvare l’intera razza umana. interstellar-la-recensione 03 L’interpretazione di McConaughey fa commuovere ed esplodere l’adrenalina in corpo al tempo stesso, con i suoi sguardi e le preoccupazioni di genitore non ancora pronto al sacrificio estremo. La Hathaway ha avuto momenti migliori, é marginale nel suo ruolo comunque di primo piano e non brilla di luce propria, all’ombra dell’immensa luce nera del buco interdimensionale. Interstellar é sicuramente un film di fantascienza a stelle strisce dove si sfidano le leggi della fisica per salvare gli esseri umani, ma ha un qualcosa di unico: il sentimento dei protagonisti, la ricerca di noi e il rapporto con gli altri che segna la nostra vita. Per farlo, Christopher Nolan non ha certo seguito la via più “corta”, ma il risultato può lasciarlo soddisfatto: il significato c’è, é brilla di luce propria. Guarda il trailer di Interstellar su Youtube