La sfida di un diabolico assassino, una caccia all’uomo attraverso gli USA, il lato oscuro dell’American Dream. Tutto questo è Io ti troverò.

Titolo: Io ti troveròIo ti troverò
Autore: Shane Stevens
Editore: Fazi
PP: 798

Thomas Bishop a 10 anni ammazza la madre che lo seviziava bruciandola nella stufa e finisce in ospedale psichiatrico. Ne evaderà quindici anni dopo, completamente cambiato. In peggio. Dotato indubbiamente di intelligenza superiore alla media, durante il suo soggiorno maturerà un personale delirio di onnipotenza, la certezza che l’origine di tutti i mali sia la Donna e che per questo motivo vada estirpata dalla faccia della terra, la convinzione di essere il figlio segreto di un presunto maniaco, Caryl Chessman (realmente esistito) che era stato condannato alla pena di morte, e di doverne continuare l’opera rimasta interrotta.

Dopo la fuga, inizierà un viaggio attraverso gli Stati Uniti, lasciandosi dietro una spaventosa scia di sangue fino a New York, gabbando le forze dell’ordine fino a quando un giornalista investigativo, incaricato dal giornale di scovarlo prima della polizia, non inizierà la sua ricerca privata.

È un gran romanzo, Io ti troverò.
Con stile cronachistico, scevro da giudizi moralistici, Stevens parte dal caso mediatico reale della morte di Chessman, e dello scontro di opinioni sulla pena di morte che tale evento scatenò nell’America degli anni ’60 e ’70, per raccontarci la storia di Bishop, portandoci in quel girone infernale che nel tempo è diventata la sua mente.

Ma Io ti troverò non è solo la storia di una lunga e difficile caccia all’uomo attraverso gli Stati Uniti, bensì anche –a mio modesto avviso- un grande affresco di una certa America di quegli stessi anni, un Paese, per molti aspetti, che non è cambiato molto da allora. Così come non sono cambiate certe dinamiche che fanno da sfondo alla trama principale.

Infatti, sembra che Stevens non sia tanto interessato alla storia del serial killer, quanto piuttosto alle sottotrame dei tanti personaggi che si muovono nella storia.

Io ti troverò, letto in questo senso, diventa un libro sul Potere e su chi lo esercita nelle sue diverse forme e finalità. Bishop esercita il suo potere di vita e di morte perchè crede nella sua missione purificatrice, ed in ciò è genuino. Invece, gli altri personaggi, esercitano, abusandone, il loro potere solo per tornaconto personale, sfruttando cinicamente gli efferati omicidi e la psicosi che ne è generata, unicamente per accrescere il loro ego o per molto più prosaici motivi economici. Abbiamo, così, il senatore che cavalca l’onda per farsi strada verso più alti incarichi; il giornalista che insegue Bishop e contemporaneamente raccoglie prove per rovinare il senatore e per ricattare la dirigenza del giornale per cui lavora, mirando al Pulitzer ed alla notorietà; il criminologo che spera, in cuor suo, che l’assassino non venga preso così da avere più materiale per il suo libro, ed una corte di altri personaggi, i quali, al pari degli altri, non sembrano essere interessati tanto al fatto che un assassino sanguinario si aggiri per l’ America, quanto al fatto che tale circostanza abbia o possa avere seri riflessi sulla loro vita pubblica.

Insomma, un bel quadretto di cinismo che fa raggelare forse più degli squartamenti operati dal furbissimo Bishop.

Io ti troverò, pubblicato nel 1979 e rimasto inedito in Italia fino al 2010, nonostante le sue ottocento pagine si rivela un thriller avvincente e ben orchestrato, in anticipo sulla letteratura sui serial killer che sarebbe venuta di lì a qualche anno (Hannibal Lecter ed i suoi epigoni).