Italian Fiction di Michele Vaccari è un gran bel trip, dal colore pulp allucinato.

Italian Fiction Titolo: Italian Fiction
Autore: Michele Vaccari
Editore: Isbn Edizioni
PP: 213
Prezzo: 13,00

Il romanzo inietta il lettore direttamente a Vigasio. E dove cacchio è? Si tratta di un piccolo centro posto 14 km a sud di Verona, in piena campagna. E’ domenica mattina e il paese è in gran subbuglio per i festeggiamenti del Carnevale locale.

Grande evento per tutti e massimo evento per il padre di Elena, che rischia l’infarto quando quest’ultima diserta il ruolo di cosplay nella manifestazione vigasiana, causa maltempo.

Nel frattempo due sventratissimi personaggi, Guido Warrior e Luca Warrior sono reduci da una nottata da urlo in discoteca (il Number One, Brescia) a base di stupefacenti vari più annessi e sconnessi.

I due pensano bene, prima di rientrare a casa, di capitare casualmente a Vigasio dove, per diletto, prendono a calci alcune auto in sosta mentre nei paraggi passa Elena che fa jogging… Ne nascerà un rapimento improvvisato con una rocambolesca fuga verso nord, fin oltre il confine italiano.

E qui l’azione del romanzo decolla: famiglia di Elena all’inseguimento dei due rovinati e dietro, in pieno delirio, il padre di Guido, tale Morigero Combutta, tra colpi di scena, peripezie automobilistiche, furti di autobus e un pulmino di cristiani estremisti. L’approdo finale del rocambolesco viaggio è “Appearence, la capitale della finzione, la città dove sembrare è essere…”, e qui un’ulteriore svolta narrativa: la vicenda prende forme e contenuti diversi fino a sfiorare il patafisico.

Potremmo dire che Vaccari mette in scena delle realtà afferenti al quotidiano muovendo una critica feroce alla società contemporanea rea di basarsi esclusivamente sull’apparenza. Potremmo dirlo, certo, e senza grossi timori di smentite, ma… ma c’è qualcosa di più interessante, in Italian Fiction.

Vaccari infatti riesce a creare un pacchetto narrativo solido basato su uno stile che esula dal banale, per ricercare sempre un’originalità profonda, (uno stile basato anche su scelte lessicali di estremo realismo) molto spesso riuscendoci e rendendo così la narrazione a tratti addirittura epifanica.

Il tema del viaggio, vero filo conduttore e spina dorsale della storia, viene utilizzato in maniera sapiente, tessendo un intreccio narrativo che attribuisce velocità e ritmo al racconto.

Italian Fiction, insomma è un gran bel trip, dal colore pulp allucinato.