Con L’Architettura segreta del mondo di Susanna Raule torna il Commissario Ermanno Sensi, lo sbirro dark

l'architettura segreta del mondoTitolo: L’Architettura Segreta del Mondo
Autore: Susanna Raule
Editore: Salani Editore
Pagine: 403
Prezzo: cartaceo 16,90 euro | ebook 9,99 euro

Con un protagonista così tra le mani, un commissario di Polizia che più anticonformista non si può, appassionato di musica rock, nello specifico dark-wave anni ’80, con modi di fare e di vivere da poter diventare una potenziale cavia per uno psicologo ma nonostante tutto poliziotto esemplare, la giovane scrittrice (anche sceneggiatrice e traduttrice) spezzina Susanna Raule non poteva non tornare con un nuovo capitolo di Ermanno Sensi.

E Salani Editore-che-non-è-soltanto-Harry Potter le dà fiducia. Ben riposta.

Dopo aver inseguito un serial killer munito di sciabola con il vezzo di decapitare le sue vittime, nell’esordio L’Ombra del Commissario Sensi (Salani, 2011); improvvisatosi poi occultista per infiltrarsi in una setta satanica in Satanisti per Bene (Salani, 2012), Sensi ne ha passate di tutti i colori, soprattutto rosso Inferno.

Adesso si trova a dover combattere con i propri demoni interiori nel vero senso della parola, anzi con uno soltanto e anche assetato di sangue, e con demoni peggiori che albergano in una certa frangia di umanità che di umano ha ben poco in realtà.

Susanna Raule tira fuori fuori il peggio dell’uomo, inteso in questo caso romanzato sia per il genere che per la specie tutta, come se la metafora del demone infernale dentro il corpo di Sensi non bastasse.

E no che non basta, perché di metafore ne sono pieni i secchi. Ecco che compare il marcio più marcio che verrà a galla piano piano durante l’indagine di Sensi, della collega amante Rosanna Riu e dei suoi maldestri soci. Come la merda sul mare dopo che attraversa le fognature non autorizzate di qualche industria, con tanto di bella facciata.

Tutto comincia con una turista inglese che muore all’improvviso sul bagnasciuga della spiaggia tra Lerici e La Spezia.

Sembra annegamento ma nessuno si capacita di come possa accaduto, dal momento che in quel tratto l’acqua non arriva neanche a un metro di profondità.

Soltanto Sensi subodora l’omicidio e in suo aiuto, ovvio, viene il demone dentro di lui che si risveglia non appena c’è odore di sangue e morte violenta nei dintorni.

Da lì in poi è un’escalation di violenza e un susseguirsi concitato di indagini che vanno dalla Liguria alla Sicilia fino alla sontuosa e very British Cambridge, con le sue Università-cattedrali. Ovvero, la bella facciata a cui accennavo prima che nasconde la merda più vomitevole di questo mondo.

Misteri e nefandezze che fanno rabbrividire.

Nella trama ci sono anche sesso e pornografia. Sì proprio così, ma non è il caso di scandalizzarsi: la volgarità non è mai di casa. Casomai lo sono certi pruriti che non guastano mai.

Infatti, il rapporto interpersonale Riu-Sensi è sempre improntato al “sei strano, a volte non ti sopporto ma ti voglio scopare” ed è quanto di più intrigante e comico ci possa essere in una coppia che in effetti coppia non è e che vuole nascondere la liason per motivi professionali. Va da sé che i due non ci riescano benissimo.

In quanto alla pornografia, si entra nel campo dell’illegale e del molto estremo. Senza spoilerare nulla, basti sapere che è un punto cruciale della trama escogitata dalla Raule, molto nera e cattiva.

Questa terza avventura del Commissario Sensi è infatti molto cupa, torbida, di sicuro l’adolescente nel corpo di adulto che ascolta musica goth dark-wave deve crescere molto in fretta e imparare a farsi le unghia con gente per nulla umana.

Anche se ha già affrontato satanisti e serial-killer, in questo caso a Sensi (e a chi legge) rimane molto amaro in bocca, e tanto schifo.

A confronto pare diventare molto più umana la figura del bestiale demone imprigionato dentro il corpo di Sensi. A dimostrare tale affermazione stanno lì tra un capitolo e l’altro i flashback temporali che il demone Astaroth, questo il suo nome, fa vivere in sogno a Sensi.

Si passa dai festini satanici di un nobile veneziano del XVIII secolo, conditi di stupri e sacrifici, al suo rinsavimento quasi totale a causa dell’innamoramento nei confronti di una donna salvata dalle grinfie di un paio di briganti troppo eccitati.

Sono questi passaggi a far arrovellare Sensi, che condivide il suo segreto attraverso meravigliosi dialoghi con un antico libraio spezzino per il quale l’esoterismo è pane quotidiano.

Interessante è proprio scoprire lentamente scorci di vita passata di Astaroth e del suo ospite, i quali prestano il fianco a far comprendere la crudeltà gratuita del genere umano in un passato buio, nel quale la vita aveva meno valore di quella di un insetto.

Il romanzo si chiude con un tocco di grande sensibilità, quasi commovente, e tutto si risolverà al meglio come nei migliori noir ma con quel pizzico di fantastico che rende questo libro di Susanna Raule davvero molto speciale.

Inutile, quasi, spendere parole sulla sua scrittura, tanto scorrevole quanto moderna e intrigante. Quattrocento pagine si fumano come niente fosse e dentro c’è molto arrosto, anche se Astaroth di fumo ne fa tanto. Le pene dell’Inferno a chi se lo perde.