Player One di Ernest Cline non solo è un romanzo d’azione perfettamente riuscito, ma è anche un lungo, appassionato viaggio nella cultura pop e nerd degli anni ’80.

player oneTitolo: Player One
Autore: Ernest Cline
Editore: ISBN
PP: 640
Prezzo: euro 19.00 cartaceo, euro 6.99 ebook

Edito da Isbn, nella collana Special Books ne 2011, Player One di Ernest Cline è un lungo, appassionato viaggio nella cultura pop, nerd degli anni Ottanta.

Tutta l’opera è densa di riferimenti: si va da Dungeon & Dragons a Wargames, da LadyHawke a Corto circuito, da World of Warcraft alla DeLorean. Ma i riferimenti, anzi sarebbe meglio dire i tributi, sono per la maggior parte indirizzati alla cultura videoludica di quegli anni.

Essendo nato sul finire di quel meraviglioso decennio fatto di eccessi e di un incredibile ondata creativa artistica che ha spaziato dalla cultura alta al cinema, alla musica e ai videogiochi, senza la guida di un fratello maggiore che mi imponeva la visione forzata di film come I Goonies, Ritorno al futuro, Blade Runner, stagioni su stagioni di Star Trek e che mi faceva assistere a sessioni videoludiche infinite all’Amiga non ce l’avrei mai potuta fare.

Diciamo che senza una guida molto probabilmente non avrei mai apprezzato fino in fondo i geniali anni Ottanta. Quindi grazie fratello. Dopo questa breve digressione sulla mia personale vicinanza con quegli anni, è il momento di tornare a Player One.

L’opera racconta di un futuro in cui povertà, guerre e disoccupazione sono all’ordine del giorno e l’unica via di fuga da tanta desolazione è Oasis, un complesso universo virtuale.

Un enorme galassia virtuale, composta da migliaia di mondi e pianeti, ognuno con le proprie peculiarità. Su Oasis ognuno può trovare il proprio ambiente ideale e intraprendere esperienze identiche a quelle della vita reale.

Quando James Halliday, il creatore di Oasis, muore e lascia in eredità il suo impero miliardario a chiunque riesca a risolvere una complicata ricerca di tre chiavi sparse per Oasis, inizia a svilupparsi una vera e propria caccia agli indizi lasciati in vita dallo stesso Halliday.

Dopo anni in cui nessuno è riuscito a trovare alcuna chiave e l’eredità di Halliday sembra diventata una leggenda, un ragazzino di 17 anni riesce a trovare la prima chiave. Da quel momento in poi inizia una vera e propria ricerca sfrenata, a tratti violenta e disperata. Il lettore si ritrova così completamente immerso in un lungo viaggio durante tutti gli anni Ottanta.

Lo stile di Cline è molto fluido e appassionante, e la narrazione in prima persona riesce a coinvolgere a pieno il lettore nell’azione, portandolo a non voler mai smettere di leggere fino all’ultima pagina.

Tra recite a memoria delle battute di Wargames, penetrare nella Tyrell Corporation di Blade Runner, giocare la partita perfetta di Pac-man e sfidare mega robot giapponesi, Player One è il tributo perfetto alla cultura pop degli anni Ottanta che chiunque deve leggere almeno una volta.

Un romanzo da leggere tutto d’un fiato, che non si contraddistingue solo per le celebrazioni di quegli anni, ma, al contrario, muove una critica sociale e politica agli anni in cui viviamo e a un futuro che leggendo il libro e confrontandolo con gli anni che stiamo vivendo non sembra poi così distante.

In definitiva, Player One è un’opera divertente e appassionante, forse l’unica critica che gli si può muovere è il voler rappresentare gli anni Ottanta attraverso esempi fin troppo celebri, tralasciando altre creazioni geniali di quegli anni.

P.S.

Pur essendo un grande appassionato di anni Ottanta e di giochi di ruolo non ho mai giocato a Dungeon e Dragons. Lo so, mi merito 24 frustate e la mia testa appesa su una picca, ma l’ho fatto per una sorta di principio di conservazione. Mi sarei ritrovato a indossare un armatura fatta di sacchi della spazzatura e impugnare una spada realizzata con l’alluminio da cucina. Inoltre, avrei minato ancor di più la mia già precaria vita sociale.