Repetita è un thriller psicologico con un’esplorazione storica della malvagità e del suo infausto ripetersi

Repetita

Titolo: Repetita
Autore: Marilù Oliva
PP: 170
Editore: Perdisa Pop
Prezzo: 14.00 euro

Nell’ antequam di questo romanzo è contenuto un concetto mai abbastanza ribadito: le nefandezze raccontate nella fiction, letteraria o cinematografica che sia, raramente eguagliano gli efferati fatti di cronaca che si susseguono in ogni epoca.

Del tussuto marcio dei vari contesti storici e sociali si nutre l’orrido umano che da esso dipende.

Il Repetita del titolo è riferito appunto al male che si riperpetua nei secoli e le malvagità del passato vengono (se possibile in modo ancor più spietato) rivisitate dal protagonista di questa storia: Lorenzo Cerè, tipico serial killer dalle classiche tare psicologiche e fisiche; succube di una coprofobia estrema e di lancinanti emicranie che numerosi psichiatri non gli hanno saputo alleviare.

Ma al tredicesimo tentativo, il Cerè incontra la dottoressa Malaspina che prende a cuore il suo problema offrendogli le attenzioni che non ha mai ricevuto, né dai familiari né dai precedenti medici.

La psichiatra, nonostante la persistente ritrosia del paziente, riesce a far emergere un’esistenza che prescinde da qualsivoglia relazione sociale; le donne, con cui Cerè ha rapporti esclusivamente sessuali, vengono congedate in modo repentino ma non uccise, perché le vittime sono altre, non aggredite a scopo libidinoso.

Il fine dello psicopatico è quello di ripulirsi delle meschinità subite, quello di liberarsi dalla tanto temuta merda che gli altri gli hanno gettato addosso.

I suoi delitti vengono pianificati anche per anni e l’emulazione di macabri e illustri colleghi rappresenta una costante del suo modus operandi. Nel testo sono citati molti assassini seriali, quelli della cronaca recente come Jeffrey Dahmer e gli antichi predecessori come Gilles De Rais.

La dottoressa Malaspina intuisce in Cerè la sentina da cui esalano i miasmi di un male ancestrale, un’estesa tristezza che probabilmente è la causa scatenante dei continui mal di testa.

Marilù Oliva in quest’ottimo esordio narrativo profila un personaggio con una cultura storica degna di un accademico, un uomo dall’intelligenza al di sopra della media e una passione per la buona cucina; ma anche un essere capace di lordarsi di sordide torture, negato a qualsiasi empatia. Eppure Cerè non è rappresentato come un mostro, le sue azioni sono parzialmente amnistiate dal suo angoscioso passato.

Nella psichiatria, nella Malaspina soprattutto, egli trova un appiglio per normalizzare la sua vita, magari intrattenendo una relazione non fulminea, provando un sentimento mai provato, mai ricevuto, magari con la dottoressa che lo sta finalmente curando.

Per ottenere questa agognata liberazione dovrà però scoprire le sue insanguinate carte, rischiando di compromettere definitivamente un altro tipo di libertà.

Repetita è soprattutto un thriller psicologico contenente un’esplorazione storica della malvagità e del suo infausto ripetersi, scritto in modo molto fruibile. Una conferma della bravura delle autrici nostrane (un altro esempio su tutti: Io ti perdono di Elisabetta Bucciarelli, se ve lo siete perso correte a recuperarlo) che lascia il segno nel panorama della narrazione a forti tinte, quelle dei nostri colori sociali, per intenderci.

Un’ultima nota di merito va alla piacevole veste grafica, che contribuisce a fare di “Repetita” un altro bel colpo messo a segno quest’anno dai tipi della Perdisa Pop.