Christopher Moore, Sesso e lucertole a Melancholy Cove: uno spasso psichedelico.

Il Mostro Marino diventò argenteo come lei per metterla un po’ a suo agio, poi si alzò sulle zampe posteriori e mostrò il membro eccitato. Nessuna reazione, soltanto quelle fusa timide. Lo prese come un invito e attraversò il parcheggio, pronto a montare l’autocisterna”. Christopher Moore, Sesso e Lucertole a Melancholy Cove, Roma, Eliott Edizioni, 2010, pag. 61. Ho scoperto Christopher Moore. Mi sono fatto un acido letterario. E mi sono dannatamente Sesso e lucertole a Melancholy Covedivertito. Infatti, non conoscevo questo autore americano di Toledo (qualche notizia in più sul personaggio la trovate nella bella intervista di Giovanni Fioretti su Sugarpulp), che è un trionfo di visionaria e follemente realistica fantasia. La storia è ambientata a Pine Cove, una località turistica della East Coast a  settembre, ossia il mese che per “Pine Cove è un sospiro di sollievo, il bicchiere della buonanotte, un meritatissimo pisolino”*. Ma in questo settembre, accadono cose strane, a Pine Cove. Tutto parte da uno strano suicidio che un suicidio non è e – uno a uno – entra in scena una stupefacente serie di personaggi stravaganti. L’agente Theophilus Crowe  è una specie di poliziotto condannato a farlo sotto ricatto, dedito principalmente a coltivarsi marjuana per rollarsi canne in relax. Valerie “Val”  Riordan è una psichiatra abituata a risolvere i problemi dei suoi pazienti imboccando la scorciatoia della somministrazione di farmaci d’ogni tipo ma che, a un certo punto, decide di imbottire gli instabili abitanti di Pine Cove di soli zuccherini placebo, dando il via a una sorta di potente onda erotico-fornicante. Complice di questa azione è un suo paziente, il farmacista Winston Krauss, un uomo che “aveva cinquantatré anni, era scapolo e sovrappeso di trentacinque chili. Il suo segreto, rivelato a Val durante una seduta, era l’attrazione sessuale verso i mammiferi marini, in particolare i delfini. Aveva confessato di non essere mai riuscito a vedere Flipper senza avere un’erezione e di aver guardato così tanti documentari di Jacques Cousteau da sentire i sudori freddi al minimo accenno di parlata francese. Nella vasca da bagno aveva un delfino gonfiabile,una riproduzione perfetta che violava ogni notte”**. Una figura che sarà una chiave del romanzo, subentrando – nel momento di phatos del libro – a un altro personaggio centrale, il magnetico bluesman Catfish Jefferson. Uomo del Delta, vagabondo con la sua National, che si ferma a suonare a Pine Cove nel “Lumaca”, il locale di Mavis Sand, una specie di cyborg anziana con il carbonio al posto delle ossa. E poi ci sono loro due: il Mostro Marino – un essere mutante che insegue dalla notte dei tempi del blues il segaligno Catfish – che esordisce a Pine Cove cercando, per l’appunto, di chiavarsi un’autocisterna della Texaco, nutrendosi di uomini cattivi e bambini bizzosi (le vacche no, perchè è allergico al lattosio) che quando serve si trasforma in roulotte e a un certo punto si innamora. Si innamora di Molly Michon, un star decaduta di filmetti con titoli tipo “L’Amazzone Guerriera della Landa Sconosciuta”, ritenuta da tutti una pazza ma che addomestica e umanizza il Mostro Marino, titillandogli il membro con un decespugliatore a motore. E, tra tutti questi personaggi, si snoda la storia – un giallo – che vede, come nei migliori romanzi americani, i cattivi soccombere. Un libro davvero divertente, di pura e coloratissima evasione, inzuppato di blues, umorismo e dissacrante visionarietà. Capace però, in un passo, di ricordarmi anche un personaggio enigmatico e profondo presente nel “Decalogo” di Krzystzof Kieslowsky, snocciolando quelle perle di saggezza che fanno di un romanzo di genere un vero romanzo. Scoprire Moore è stata una manna. Grazie a Paolone che me lo ha permesso. Di questi tempi, mesti, grigi e opachi, libri come questi aiutano a sopravvivere, rendendosi conto che da questa realtà è bene evadere. Con un po’ di sano LSD. Non, non l’acido lisergico, ma un libro come questo, un “Libro Saggiamente Delirante”. Burp * Christopher Moore, Sesso e Lucertole a Melancholy Cove, Roma, Eliott Edizioni, 2010, pag. 9. **Christopher Moore, Sesso e Lucertole a Melancholy Cove, Roma, Eliott Edizioni, 2010, pag. 42. P.S. – Grazie a Christopher Moore a cui ho chiesto l’autorizzazione per citare parti del testo, avendo ottenuto risposta via mail esattamente dieci minuti dopo l’invio della richiesta: anche questa è classe.