Quelli che aspettano “Territori Noir: Sugarpul Festival 2012”: un’intervista multipla a tutti i protagonisti del prossimo Sugarpulp Festival. Ecco a voi Alberto De Poli:

Cosa ti aspetti dallo Sugarpulp Festival?

Ogni volta che mi trovo tra i ragazzi di Sugarpulp mi sento bene, essere invitato per me è un grande onore e mi aspetto la vostra solita splendida ospitalità.

Quanto contano gli aspetti legati al territorio (o ai territori) nei tuoi lavori?

Il territorio è una cosa fondamentale nei miei lavori, anzi dovrei dire nel mio unico (per il momento) lavoro. Ambientare il libro nel mio territorio è stata quasi una scelta obbligata, non riuscirei mai a descrivere un luogo se non l’avessi vissuto nella pelle.

Secondo te si pubblica troppo?

Quando metto piede in libreria a volte mi prende l’ansia nel vedere quanti libri non riuscirò mai a leggere. Non lo so se si pubblichi troppo, il bacino d’utenza è scarso, quindi la definizione “troppo” ci può stare, se i lettori aumentassero potrebbe diventare giusto.

Editoria digitale (dall’ebook al selfpublishing, da Apple a Amazon): che ne pensi?

Io sono molto feticista: i libri preferisco toccarli, annusarli, leggerli e metterli nella libreria una volta finiti, è un rito. Detto questo, penso che il selfpublishingh sia una buona opportunità per un esordiente e che la tecnologia possa aiutare chi ama leggere e magari viaggia molto per lavoro, riempire la valigia di libri potrebbe essere un problema.

Il podio dei tuoi film preferiti.

Pulp Fiction, Scarface, Balla coi Lupi,

Meglio Twitter o Facebook?

Io uso più Fb, è un ottimo strumento di propaganda, come è anche un infinito bacino di cazzate. La cosa brutta dei social network è proprio che il social, il più delle volte, rimane dentro uno schermo lcd e non diventa realtà. Twitter fa più figo, lo so.

Consigliaci un autore da invitare al festival 2013.

Se riuscite a portare Irvine Welsh, vi offro da bere.

Cinque aggettivi per definire la tua scrittura.

Scorretta (in tutti i sensi), alcolica, tagliente, libera e radicata

La colonna sonora del tuo ultimo romanzo.

Ho rispolverato gli album dei Beatles, e soprattutto una canzone: Yesterday

I tre romanzi che ti hanno influenzato di più, sia come persona che come autore/autrice.

Fango: Niccolò Ammaniti, Il Lercio: Irvine Welsh, Factotum: Charles Bukowsky.

Il libro che non sei mai riuscito a finire di leggere.

Qualche tempo fa, ho frequentato un corso di inglese, purtroppo con scarso successo, ma l’insegnante, una persona meravigliosa di origine sudafricana di nome Maria, mi consigliò un libro: “L’inglese” di Giuseppe Severgnini. Penso di averlo preso in mano ormai un centinaio di volte, mi metto a leggere le prime pagine e mi dico ogni volta che questa è la volta buona, ma niente, non ce la faccio, lo riappoggio e ne prendo un altro. Ogni tanto mi capita tra le mani, sorrido, lo riappoggio e ne prendo un altro.