Quelli che aspettano “Territori Noir: Sugarpul Festival 2012”: un’intervista multipla a tutti i protagonisti del prossimo Sugarpulp Festival. Oggi vi presentiamo Simone Sarasso:

Cosa ti aspetti dal Sugarpulp Festival?

Tanta buona compagnia e un bel pubblico.

Quanto contano gli aspetti legati al territorio (o ai territori) nei tuoi lavori?

Nulla. A meno che per “territorio” non s’intenda l’Italia. Scrivo del mio Paese e della Storia che gli è toccato in sorte di vivere.

Secondo te si pubblica troppo?

La produzione di libri in Italia è superiore alla richiesta. Ma dopotutto anche le automobili sono prodotte in sovrannumero; dunque, potendo scegliere, meglio avere in giro più storie che gas di scarico.

Editoria digitale (dall’ebook al selfpublishing, da Apple a Amazon): che ne pensi?

Occorreranno dieci anni per capirne il reale potenziale. Nel frattempo, chi non si attrezza per il futuro, rischia di rimanere a piedi.

Il podio dei tuoi film preferiti.

Kill Bill vol.1 e 2 di Quentin Tarantino (parimerito al primo posto), I soliti sospetti di Brian Singer e C’era una volta in America di Sergio Leone.

Meglio Twitter o Facebook?

Facebook. Twitter non lo so usare.

Consigliaci un autore da invitare al festival 2013.

Sua maestà Joe Lansdale.

Cinque aggettivi per definire la tua scrittura.

Un.Calcio.Volante.Sui.Denti. Scusate, avete detto aggettivi? Aggressiva, sincopata, turpiloquente, paratattica, cazzara.

La colonna sonora del tuo ultimo romanzo.

Il tema di Game of Thrones mixato a “The Warrior’s code” dei Dropkick Murphys

I tre romanzi che ti hanno influenzato di più, sia come persona che come autore.

“Q” di Luther Blisset, “Romanzo criminale” di Giancarlo De Cataldo e “Il pendolo di Foucault” di Umberto Eco.

Il libro che non sei mai riuscito a finire di leggere.

“Il Signore degli Anelli”.