Tutti dicono che sono un bastardo racconta la vita e le opere di Charles Bukowski in maniera magistrale. Impresa davvero non facile con un autore bigger than life come Bukowski

Tutti dicono che sono bastardo - Vita di Charles BukowskiTitolo: Tutti dicono che sono un bastardo – Vita di Charles Bukowski
Autore: Roberto Alfatti Appetiti
Editore: Edizioni Bietti
PP: 334
Prezzo: 19.00 euro,

Charles Bukowski è stato uno degli autori più importanti del secolo scorso, per lo meno per quanto mi riguarda. Un autore bigger than life, di quelli impossibili da rinchiudere in categorie, schemi o generi. Bukowski è stato Bukowski, punto.

Proprio per questo motivo scrivere una biografia del vecchio Hank non è impresa facile, anche se in tanti ci hanno provato. Io ne avevo lette un paio e nessuna delle due mi aveva esaltato più di tanto, ma mi sono sempre reso conto della quasi impossibilità di fare i conti in maniera tradizionale con uno come Bukowski.

Eppure Roberto Alfatti Appetiti riesce a raccontare in modo magistrale Charles Bukowski: lo fa mischiando in maniera suggestiva vita e opere, autore e personaggio, storia e leggenda, citazioni ed estratti, scegliendo con coraggio di non limitarsi alla semplice biografia.

Tutti dicono che sono un bastardo – Vita di Charles Bukowski è infatti una biografia letteraria in cui l’autore dice la sua, esprime giudizi, ci presenta i testi, si confronta con le fonti, racconta Charles Bukowski senza preconcetti e senza mai scadere nel cliché.

Affronta tutte le questioni scomode e non si nasconde mai dietro ad un dito, non cerca mai di compiacere il lettore né di essere riverente nei confronti di Bukowski.

Ne esce un ritratto monster di un autore iconoclasta che ha sconvolto il ‘900 con le sue poesie, i suoi romanzi, i suoi racconti, con la sua vita e con il suo essere un personaggio sempre e comunque contro tutto e tutti.

Alfatti Appetiti scrive che ogni lettore ha il suo Bukowski: c’è chi apprezza maggiormente il narratore e chi il poeta, l’autore degli scritti autobiografici o dell’altrettanto originale vena surreale, chi preferisce il primo Bukowski e chi l’ultimo – come se non fosse la stessa persona. Dentro a questa biografia li ritroverete tutti.

Alfatti Appetiti ha firmato un libro a base di fegato, ritmo e palle, una biografia scomoda perché non ha rispetto di nessuno (nemmeno del vecchio Hank) e fa emergere la personale visione della vita e della letteratura (c’è differenza?) di Bukowski, ma anche dello stesso Alfatti Appetiti. E questo per me è un gran pregio, perché di agiografie spacciate per biografie ne abbiamo lette fin troppe, per non parlare di banali o inutili cronologie.

Un gran libro, non c’è che dire, assolutamente consigliato a chi ha amato e continua ad amare quel vecchio ubriacone pervertito di Charles Bukowski, ma anche chi è curioso di approfondire una figura complessa e affascinante come quella del vecchio Hank.

Interessantissimo il capitolo dedicato al (non) rapporto/confronto tra Charles Bukowski e Jack Kerouac. Illuminante l’analisi delle dinamiche che hanno portato Bukowski al successo popolare prima in Europa che in America. Fantastiche le stoccate politicamente scorrette che Alfatti Appetiti dedica all’establishment culturale statunitense, europeo e italiano.

Affascinante l’analisi del rapporto tra l’autore e Los Angeles, la sua Los Angeles, l’unica città in cui Bukowski sarebbe potuto diventare Bukowski. Per non parlare del racconto censurato da Feltrinelli nell’edizione italiana delle Storie di ordinaria follia (censura che continua ancora oggi). Ricca di spunti e suggestioni la parte dedicati agli autori che più hanno influenzato Bukowski. E poi le donne, le poste, le ideologie, il successo, il cinema, la poetica, la critica…

Tutti dicono che sono un bastardo – Vita di Charles Bukowski è una biografia scritta con il cuore e dalle mille sorprese, un libro che piacerà moltissimo ai fan del vecchio Hank ma che allo stesso tempo è un ottimo punto di partenza per iniziare a conoscere un autore strepitoso e dalle mille sfaccettature troppo spesso ridotto a un cliché ormai superato.