The Martian – Sopravvissuto ruota attorno all’uomo ed al suo ingegno. Ridley Scott torna alla fantascienza e stupisce tutti.

Le parole Ridley Scott e fantascienza nella stessa frase finiscono per provocarmi inevitabilmente la pelle d’oca. Un tempo, pensando ad Alien o a Blade runner si trattava di una sensazione indubbiamente positiva.

Insomma, parliamo di capolavori. Dall’uscita di Prometheus però, questi brividi hanno iniziato ad assumere anche un altro significato. E qui mi fermo.

Con The Martian – Sopravvissuto (sorvoliamo sulla traduzione italiana) il regista britannico riesce nella difficile impresa di rimettere l’uomo al centro del discorso fantascientifico, puntando l’attenzione non tanto sulla tecnologia, ma sulla mente e sul cuore che stanno nascosti dietro di essa.

Altri ci hanno provato – vedere alle voci Cuarón e Nolan – lui, contro ogni pronostico, ci è riuscito alla grande.

Nessun alieno, nessun androide. The Martian – Sopravvissuto è l’astronauta Watney, impersonato da un ottimo Matt Damon che, dato per morto dai suoi compagni, è stato abbandonato su Marte nel corso di una missione spaziale.

La sua storia (tratta dal romanzo di Andy Weir) è simile a quella di qualsiasi naufrago che si risveglia in un luogo deserto e sconosciuto; per di più inospitale.

Scott punta l’attenzione e l’obbiettivo principalmente su di lui e ci tiene incollati per oltre due ore alle sue gesta utilizzando la cara vecchia formula riuscirà il nostro eroe a tornare a casa sano e salvo?

Non ci va certo un genio per capire sin dall’inizio quale sarà la conclusione del film. Nonostante ciò, lo spettatore vive un’altalena continua di sentimenti ed emozioni sulla scia di pellicole come Space cowboys e Apollo 13.

Insomma, più scienza che fantascienza, più uomo che macchina, più sceneggiatura e meno effetti speciali.

È questa la ricetta vincente di Scott che, quando è impegnato a seguire le decisioni dei caporioni della Nasa, non disdegna alcuni passaggi audacemente vicini alla commedia, in conclusione funzionali alla riuscita di questo bel blockbuster intelligente.

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The Martian – Sopravvissuto è tra i più importanti tasselli della sci-fi del nuovo millennio: un inno alla creatività, alla resilienza ed alla tenacia dell’essere umano.

La classica storia di speranza che non ci stanchiamo mai di ascoltare. E chi se ne frega se è anche uno spottone per la Nasa in cerca di finanziamenti. Non parliamo di un film seminale, ma di un ottimo spettacolo; l’occasione per Scott di riconciliarsi temporaneamente con i suoi fans, in attesa di farsi maledire per l’imminente seguito di Prometheus.

Nell’era dei supereroi il buon Ridley ci mostra che un semplice uomo, armato solo della sua voglia di vivere e del suo ingegno, può cavarsela anche nelle condizioni più avverse.

E se nel finale Watney si inventa di volare come Iron man è proprio per ribadire, ancora una volta, che lui è soltanto un essere un umano. Capace di tutto.

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