Tornano le microrecensioni di Giacomo Brunoro: 3 film e 2 serie (di cui si è parlato molto) in 5 minuti.
Sentivate tutti un gran bisogno delle microrecensioni Sugarpulp, dite la verità. E allora visto che nelle ultime settimane ho avuto modo di recuperare alcuni film e serie tv eccoci qui.
Sono tutti film e serie di cui si è parlato moltissimo nei mesi e negli anni passati. Parlarne adesso è da veri drop out della comunicazione, dato che una delle regole fondamentali di chi ne sa a pacchi è proprio quella di essere sempre sul pezzo.
Ma noi ce ne sbattiamo allegramente delle regole e allora ecco qui 5 microrecensioni fuori tempo massimo.
Glass, di M. Night Shyamalan (2019)
Inizia così così, poi diventa un film interessante e alla fine esplode in un finale tra il ridicolo e il demenziale. Mi è piaciuto? Tutto sommato sì, l’ho guardato volentieri e mi ha emozionato. A mente lucida però resta un film scritto malaccio che alterna momenti geniali a cagate pazzesche.
I continui pipponi sui fumetti poi sono davvero pesanti: un bravo comico non ha bisogno di spiegarti le battute (ma oggi al cinema tutti si sentono in dovere di dirti che 1+1 fa 2 perché se no il pubblico “non capisce”).
Per chi ama i fumetti Marvel potrebbe essere paragonato alle Guerre Segrete, ovvero un fumetto bruttissimo che ha avuto un enorme successo e che non si sa perché tutti noi abbiamo letto e riletto con passione.
Film con grandi poteri ma con poche responsabilità.
RocketMan, di Dexter Fletcher (2019)
Ho pianto più o meno ininterrottamente per tutta la prima ora. Gran film, musiche pazzesche, messa in scena sontuosa. Poi si arriva alla banale e pallosissima narrazione della star che si droga di qualsiasi cosa, sprofonda nel baratro, va in rehab e riemerge santo, buono e felice.
È appena partita la moda dei biopic musicali e sono già processi di beatificazione tutti uguali: bambino infelice, adolescente sfigato, riscossa con la musica, sex drugs & rock & roll, reahb. Dal qui in poi ci sono due scenari: morte e relativa santità oppure redenzione con santità in vita. Inventatevi qualcosa, vi prego.
Agiografico.
The Naked Director, di Masaharu Take (2019)
La bizzarra vita di Tōru Muranishi un incrocio tra Rocco Siffredi e Riccardo Schicchi made in Japan. Alcuni momenti sono spettacolari in pieno delirio nipponico, ma poi la serie si impantana un po’.
Troppa giapponesità.
Mr. Robot, Sam Esmail (prima stagione: 2015)
Ho visto un po’ della prima stagione poi ho mollato. Una palla atomica infarcita di banalità disarmanti, eppure all’epoca ne avevo sentito parlare benissimo. Forse è soltanto una serie invecchiata male che vista fuori tempo massimo non regge più.
Fastidio e bolla al naso.
Stanlio e Ollio, di Jon S. Baird (2018)
Film di una leggerezza e di una bellezza notevoli. Racconta la storia dimenticata di due assoluti giganti del mondo dello spettacolo e riesce a farlo in modo che a tratti sfiora la poesia.
C’era una volta a Hollywood (e non solo).