Alan Wake di Rick Burroughs è il perfetto esempio di novelization utile e comprimaria al videogioco stesso.
Titolo: Alan Wake
Autore: Rick Burroughs
Editore: Multiplayer.it Edizioni
Pagine: 320
Prezzo: 17,90
L’abitudine delle novelization è dura a morire, negli States, e per trasposizione sta prendendo piede in tutto il mondo.
Ormai ne sono stati toccati tutti i media, tranne forse la musica, ed è molto probabile che le migliori di esse siano quelle che abbracciano i videogames e gli universi da essi creati.
Trasporre in romanzo un media che non è nato per esso non è semplice e talvolta l’operazione può risultare banale, se non inutile.
È anche vero, però, che i videogames in sé, almeno quelli più elaborati come i giochi di ruolo, di avventura e gli action games con un minimo di lore e background, sono essi stessi narrazioni con trame e sottotrame intricate, molto vicine a un romanzo che diventa interattivo.
Per citarne alcuni più famosi, la quadrilogia di Mass Effect scritta da Drew Karpyshin e William C. Dietz; L’altra fantastica quadrilogia di David Gaider dedicata a Dragon Age; i due romanzi ambientati nell’universo di The Elder Scrolls di Greg Keyes; la quadrilogia dedicata al mitico Doom, i sette romanzi di Resident Evil.
E ancora Halo, Battlestar Galactica versione Ron Moore (una delle più belle serie televisive sci-fi degli ultimi vent’anni insieme a Babylon 5 e Star Trek: Deep Space Nine), Assassin’s Creed e così via.
Assassin’s Creed a parte, pubblicati dal colosso Sperling & Kupfer, tutti gli altri romanzi ambientati negli universi videoludici o televisivi sono pubblicati dall’agguerritissima Multiplayer.it Edizioni, nella cui scuderia è entrato a far parte uno dei fondatori di Sugarpulp, il nostro Matteo Strukul, con il romanzo storico-fantasy di prossima uscita intitolato I Cavalieri del Nord.
Multiplayer.it Edizioni ha preso sotto la propria ala tutte le più importanti novelization americane degli ultimi tempi, oltre a pubblicare le corpose guide ai videogames più famosi e venduti.
Alan Wake è un videogame rilasciato da Remedy Entertainment per Xbox nel 2010. Per PC è uscito soltanto due anni dopo, nel 2012. Come possiamo definirlo?
Un’avventura ricca d’azione e mistero, un thriller horror d’introspezione psicologica. Ci aggiungerei con spruzzate di follia e con forti richiami a serie televisive che hanno fatto la storia degli anni Novanta del secolo scorso.
Ovvero un gioco profondo con una trama a cavallo tra Twin Peaks e X-Files, il cui protagonista è uno scrittore. Se non si può adattare alla narrativa di genere tutto questo…
Infatti, la novelization del videogame è qualcosa di eccelso. Scritta da Rick Burroughs, inizialmente pare di rivivere il gioco (per chi l’ha giocato come il sottoscritto).
Le scene descritte sono pari pari al videogame e in effetti avevo cominciato a sbadigliare pensando: “Ecco un’altra novelization inutile. Scene già viste sul monitor meramente trasposte e descritte su carta.”
Superata però la fase iniziale del lasciamolo-sullo-scaffale-della-libreria, c’è stato qualcosa, una certa scintilla che mi ha spinto a portare avanti la lettura.
Forse il voler bene al gioco stesso, il voler riprovare le emozioni che ho vissuto giocandolo quando sobbalzavo sulla sedia all’apparizione improvvisa dei Posseduti, i simil-zombie divorati dalla Presenza Oscura in fondo al Lago di Cauldron che si potevano far fuori soltanto dopo averli illuminati con una torcia dalle batterie caduche (e poi con un bel fucile a pompa, yeah!).
Gioco-forza la splendida ambientazione nella cittadina di Bright Falls, paesino della profonda provincia americana incastonato negli immensi boschi dell’Oregon. Sì tutto questo, ma c’è di più. Leggendo Alan Wake si riesce a cogliere molti, tanti passaggi che durante la concitata azione del gioco si possono aver perso.
Tante volte mi sono ritrovato a pensare “ah, quindi ecco perché è accaduto questo o l’altro”.
Quando si gioca un videogame così elaborato dal punto di vista psicologico e nello stesso tempo si deve far attenzione a non far morire miseramente il proprio avatar, lo scrittore Alan Wake andato fuori di testa per la scomparsa improvvisa della moglie Alice dal cottage fittizio a picco su Cauldron Lake, non si riesce a seguire alla perfezione tutti i risvolti nascosti dalla trama.
Siano essi a suon di heavy metal (chi ha giocato il gioco sa cosa voglio dire) o siano essi nascosti negli indizi lasciati dal fantasma di un ex-scrittore palombaro che svolazza dentro una stanza.
Tutto ciò sa di folle? Sì, ed è tutto nella mente di Alan Wake e tutto comincia quanto lui e la moglie si prendono una vacanza per combattere il blocco dello scrittore.
Il romanzo riprende il videogame in ogni sua parte e ne approfondisce alcuni particolari che possono essere sfuggiti nella storia fatta di pixel.
Diventa quindi un perfetto esempio di novelization utile e comprimaria al videogioco stesso.
Scrittura scorrevole, comincia un po’ lento ma poi entra nel vivo dell’azione e state tranquilli che si torna a sobbalzare ovunque lo si stia leggendo, quando l’incontro con i Posseduti è descritto con minuzia e le batterie della torcia elettrica stanno per esaurirsi.