Alligatore, il suo nome è Marco Buratti. Danilo Villani ci racconta il personaggio creato da Massimo Carlotto che ha conquistato milioni di lettori in tutto il mondo.

Alligatore, ovvero Alligator mississippiensis: il suo nome è Marco Buratti. Del suo passato si sa poco o niente se non aver pagato a caro prezzo un gesto di cortesia. Studente universitario, ospita nella sua casa uno sconosciuto rivelatosi poi un terrorista latitante. È l’inizio di un’odissea durata sette anni durante i quali sperimenta di persona il “circuito dei camosci” ovvero le peggiori supercarceri della nazione essendo lui stesso considerato un terrorista.

Durante il soggiorno a spese dello stato impara ad osservare e a non divulgare. Dette caratteristiche unite a una ferrea logica, partendo dal concetto che la pace nelle patrie galere ha effetti benefici per tutti, lo elevano al ruolo di “paciere” facendogli guadagnare la stima e il rispetto di tutte le componenti il microcosmo carcerario.

Esperienze che mette a frutto una volta rientrato nella società civile vestendo i panni di investigatore sui generis. Senza licenza ma con agganci, conoscenze ed entrature non riscontrabili in altri professionisti del settore. Un personaggio del genere non passa inosservato in certi contesti e quindi diventa un punto di riferimento per avvocati impegnati in casi spinosi.

Il suo nickname è Alligatore. Nella vita precedente era il front man di una blues band The Old Red Alligators ma dopo i sette anni trascorsi in galera, la voce gli si è inspiegabilmente seccata ma il blues è ancora vivo in lui.

Forte bevitore, predilige il distillato di sidro ovvero il Calvados, ricordo di una donna perduta in Francia, non considera il cibo come fattore primario della sua esistenza, sperpera quasi tutti i suoi guadagni in vinili e cd, naturalmente blues, e ha un assoluto rifiuto per le armi da fuoco e per la violenza in generale.

Il resto della banda

Armi che vengono utilizzate, eccome, dal suo socio e amico Beniamino Rossini, personaggio reale di cui si approfondirà in seguito, gangster milanese vecchia scuola. Lealtà, rispetto e senso dell’onore sono le sue caratteristiche unite ad un odio viscerale verso reati quali sequestro di persona, sfruttamento, pedofilia.

Grazie a lui, l’Alligatore riesce a cavarsela in svariate situazioni nelle quali la sua vita è messa a rischio. Rossini è conscio delle conseguenze che la sua vita da gangster implica e trascorre la sua esistenza alla giornata frequentando locali notturni non disdegnando relazioni con le entreneuses. Considera le “avventure” con Buratti come un toccasana per sfuggire alla noia essendo ormai la sua professione giunta quasi alla pensione.

Tra il braccio e la mente deve giocoforza inserirsi un pianificatore. Nei romanzi è definito “analista”. Si chiama Max detto la “memoria”. Esponente di una certa fazione politica padovana, viene accusato, anche lui, di terrorismo durante gli anni di piombo ed è costretto alla latitanza. A pochi chilometri da casa. Durante quel periodo, pur rimanendo al coperto e avvalendosi di informatori particolari quali musicisti da strada, riesce ad allestire una rete informativa di altissimo livello inerente i maggiorenti cittadini e non, costituendo così un immenso archivio che si rivelerà di indubbia utilità per le indagini di Buratti. Dotato di mente analitica superiore, è indubbiamente un supporto insostituibile per l’Alligatore essendo dotato di capacità atte a contestualizzare le situazioni, spesso drammatiche, entro le quali Buratti e Rossini spesso e volentieri incappano.

L’autore

Massimo Carlotto, scrittore padovano e punta d’eccellenza del noir cosiddetto mediterraneo, crea la saga dell’Alligatore nel 1995 in seguito alle vicissitudini giudiziarie delle quali è stato suo malgrado protagonista, conosciute come Il caso Carlotto. Per chi ha seguito la dolorosa odissea dello scrittore è facile trovare nella saga diversi riferimenti autobiografici, in primis la sete e la voglia di giustizia che contraddistingue Buratti e soci.

Nella saga sono presenti tutte le specifiche che lo scrittore ha poi sviluppato nella sua corposa opera extra Alligatore: le trasformazioni della società, sia in ambito “regolare” che nel contesto malavitoso, il “territorio” descritto con puntigliosità quasi maniacale, siano capannoni abbandonati, simbolo di realtà post-industriale oppure la decadenza morale e civile. E anche i villains con i quali Buratti e soci si trovano a competere, non sono sempre criminali comuni ma persone ammantate di apparente rispettabilità e quindi ancor più difficili da fronteggiare.

Per chi si avvicina per la prima volta alla saga, si consigliano due letture propedeutiche dello stesso autore ovvero:

  • Il Fuggiasco

Il caso Carlotto e le sue vicissitudini raccontate in prima persona dall’autore. L’accusa, la latitanza, il soggiorno carcerario e l’incredibile iter giudiziario.

  • La terra della mia anima

La biografia, la vita e le avventure dell’unico personaggio reale ovvero Beniamino Rossini raccontate dal protagonista e raccolte da Massimo Carlotto.

Una volta, in maniera scherzosa, Massimo Carlotto rivolto ad una lettrice neofita che aveva chiesto da quale libro iniziare, rispose: “dall’ultimo”. Contravvenendo a tale indicazione, si suggerisce di iniziare la saga dell’Alligatore in ordine cronologico. Questo per comprendere appieno lo sviluppo e la “crescita” dei protagonisti anche se l’autore fornisce sempre un rimando alle vicende precedenti:

  • La verità dell’Alligatore
  • Il mistero di Mangiabarche
  • Nessuna cortesia all’uscita
  • Il corriere colombiano
  • Il maestro di nodi
  • L’amore del bandito
  • La banda degli amanti
  • Per tutto l’oro del mondo

Tutte le opere citate sono pubblicate dalle Edizioni E/O. Una saga affascinante, piena di contenuti ma soprattutto specchio del nostro tempo.