Andromeda, la recensione di Pierluigi Porazzi del nuovo romanzo di Gianluca Morozzi pubblicato da Giulio Perrone Editore.

Andromeda, di Gianluca Morozzi

“Può creare dipendenza”. Gli editori dovrebbero scrivere questa avvertenza sulle copertine dei libri di Gianluca Morozzi. Perché Morozzi, da grande narratore, in ogni suo romanzo riesce ad avvinghiare il lettore fin dalle prime righe, incollandolo alle pagine. E, immerso nell’universo morozziano, anche se hai altre cose da fare, anche se non hai tempo o sei stanco, devi arrivare alla fine del romanzo.

Andromeda, pubblicato da Perrone Editore e disponibile in libreria a partire da oggi, 12 novembre, non fa eccezione. L’incipit è potentissimo, e immerge subito e in maniera prepotente nella storia.

Un inizio di cui è meglio non rivelare nulla, per non rovinare la sorpresa e il fascino della lettura. Il protagonista, di cui non viene rivelato il nome, ripercorre la sua storia, raccontandola al personaggio che si trova di fronte, un certo Dimitri, e ai lettori.

La Bologna e l’Italia degli anni ’80

Il lettore si immerge negli anni Ottanta, all’«epoca del telefono fisso», con i primi fast food, le tragedie di Alfredino Rampi e della stazione di Bologna, e le vicende quotidiane del giovane protagonista, studente che inizia le superiori con l’obiettivo di diventare avvocato per assecondare i progetti della sua famiglia borghese.

Frequentando un esclusivo istituto bolognese conosce il ragazzo che diventerà il suo migliore amico: Rocco. Rocco ha un sogno: diventare un attore famoso e trasferirsi in California per girare un film con il suo idolo, Sylvester Stallone.

Il protagonista di Andromeda, invece, non ha ancora sogni, e nemmeno le idee chiare: non si vede avvocato, ma non ha un’alternativa percorribile. Gioca a tennis, e il suo amico Rocco lo immagina futuro professionista, ma lui stesso non è per nulla convinto della sua bravura e delle sue possibilità di carriera sportiva.

Rocco avrà un ruolo cruciale negli eventi narrati dal romanzo, che in un crescendo di suspense porteranno a capire il significato della scena iniziale e condurranno al terribile e inaspettato finale.

Andromeda, tra citazioni, omaggi e “vecchi amici”

Meritano una citazione anche la breve apparizione di Lobo, personaggio dell’universo morozziano, l’omaggio ad Andrea Pazienza e la sempre affascinante ambientazione bolognese. La città è raccontata così bene che viene voglia di fare le valigie e trasferirsi subito nella città felsinea.

Ancora una volta, e non c’era da dubitarne, Gianluca Morozzi fa centro con un grande romanzo, che non deluderà né i suoi tanti fan né i nuovi lettori.