Apes Revolution Il pianeta delle scimmie, un lungo brodo caldo per una fresca estate
Ero pienamente conscio, affrontare un film del genere richiede calma e sangue freddo, il rischio di “una cagata pazzesca!” era tutto nell’aria. Però pensavo peggio! Si avete capito bene, il lungometraggio di ben 130 MINUTI ottiene un sufficienza complessiva.
Premesso che Hollywood produce film sempre più lunghi, inutilmente peraltro, qui si poteva tranquillamente tagliare mezza pellicola senza sentirne l’impellente bisogno di piangerci sopra. Se visivamente il footage ha un suo preciso significato, narrativamente risulta inutile al 50%. Ecco, visivo è la parola chiave per approcciare correttametne ad Apes Revolution Il pianeta delle scimmie senza sciogliersi nel brodo caldo della sala cinematografica. Scimmie iperrealistiche e dall’espressività perfetta, scenografia sempre di livello, una fotografia dark al punto giusto e sempre sul pezzo, un commento sonoro sfornato fresco dal bravissimo Michael Giacchino e per finire una CGI poco invasiva ne fanno il sicuro blockbuster dell’estate.
Ma di solo Hollywood style non posso vivere e forse neppure voi, allora bisogna dirlo con forza usurando le corde vocali: Rick Jaffa e Mark Bomback come ca@#o avete scritto questi personaggi?
Togliamo l’acido lisergico a questi uomini e facciamo si che riprendano i sensi almeno per il prossimo capitolo della saga (uscita prevista per il 2016). Tagliare con la motosega i personaggi, umani, in entità macchiettistiche ben definite e stra utilizzate dalla notte dei tempi, come l’instabile bastian contrario, il buono tonto ma eroe, la bella e brava dottoressa innamorata, il figlio del tonto a sua volta tonto e per finire il guerrafondaio bombarolo, non aiutano la mia e la vostra sanità mentale per il prossimo futuro.
Apes Revolution Il pianeta delle scimmie, alla fine, racconta l’unica storia possibile, senza quei momenti esaltanti che anche il cinema a stelle e strisce può regalare a profusione. La continuity narrativa dal primo episodio così rimane integra ma imbalsamata, mortificando le minime aspettative dell’avventore meno sprovveduto all’action di stampo americano.
Fortunatamente a contrapporsi all’inutilità dei personaggi umani si staglia la scimmia Cesare, vero mattatore e indiscusso primo attore di Apes Revolution Il pianeta delle scimmie. Sua la miglior caratterizzazione da parte degli sceneggiatori, fortuita visti i risultati generali dello script, con una forza motrice devastante, tanto da sorreggere su di se le sorti dell’intero film. Le scimmie vincono e vinceranno sull’umanità.
Riassumendo, una gran bella cartolina da un futuro privo di storie da raccontare per il genere umano (in tutti i sensi).