Seconda parte del viaggio di Daniele Cutali nel mito di Assassin’s Creed, un videogames che è entrato di prepotenza nell’immaginario collettivo moderno.
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Assassin’s Creed, diventa un brand a scadenza annuale, addirittura anche con più uscite nello stesso anno se si contano gli spin-off e i tie-in relativi al capitolo ufficiale in release.
La ricerca dei Frutti dell’Eden
Il focus della millennaria lotta tra l’Ordine dei Templari e la Confraternita degli Assassini è sempre stata la ricerca di alcuni manufatti, intrisi di mistero, leggenda e magia, chiamati Frutti dell’Eden. Chi entra in possesso di tutti i Frutti ha la possibilità di controllare i poteri mondiali ed economici del mondo, in gran segreto, diventando di fatto delle eminenze grigie che tirano le fila delle sorti dell’Umanità. Ecco la ragione per cui diventa fondamentale la ricerca da una parte per il Nuovo Ordine dei Templari e dall’altra per il libero arbitrio degli Assassini. Insomma, potenziale narrativo infinito e sceneggiature con le palle.
Il capitolo indicato con il numero III è in realtà il quinto, in ordine dopo i tie-in Brotherhood e Revelations, e catapulta Desmond Miles nel Nuovo Mondo a metà del XVIII secolo, facendogli vivere le avventure di Heytham Kenway e del figlio mezzosangue Connor. Desmond, dopo il finale di Revelations, si ritrova a dover fermare il cataclisma solare che colpirà la Terra il 21 Dicembre 2012. È stato un grande centro degli sceneggiatori far coincidere la profezia Maya con la narrazione del gioco, lo stesso anno in cui viene rilasciato sul mercato. Per portare a termine la missione, Desmond deve ricercare un medaglione che è a tutti gli effetti una chiave per entrare in un antico tempio situato nel Nord America.
Le vicissitudini del gioco portano il protagonista ad allearsi con la tribù nativa d’origine, dedicarsi alla caccia nella Frontiera dell’America coloniale e poi a combattere i Templari delle Colonie fino ad assumere un ruolo di primaria importanza nella Guerra d’Indipendenza americana, aiutando George Washington nell’impresa.
Assassin’s Creed IV: Black Flag
Continua la saga, forte del successo di vendite su ogni piattaforma, con Assassin’s Creed IV: Black Flag, ultimo della serie a riportare nel titolo il numero ordinale romano, a essere protagonisti sono i ricordi di Edward Kenway, padre di Heytham. Il periodo storico è anteriore a quello della Guerra d’Indipendenza Americana, ovvero qui si visita la prima metà del Settecento e ci si ritrova a prendere il sole, le cannonate e le sciabolate ai Caraibi, durante le scorribande dei corsari contro la potente flotta della Marina Imperiale britannica.
Tra misteri e intrighi Edward ha molti dubbi con chi schierarsi, dopo aver rubato l’identità di un Templare, ma dopo essere stato scoperto decidere di lottare insieme agli Assassini e vincere così la sua battagglia nei Caraibi. Torna in Inghilterra dove finalmente trova la pace e genera suo figlio Heytham. Black Flag viene affiancato dallo spin-off Pirates, il primo titolo della serie a essere sviluppato in modo specifico e unicamente per per smartphone Android e iOS, e per tablet. Il protagonista è un pirata francese che con le sue azioni viene a contatto sia con i Templari che con gli Assassini.
Assassin’s Creed: Rogue
Il settimo capitolo s’intitola Assassin’s Creed: Rogue. Ambientato ancora nelle colonie americane, qui siamo nel 1752. Il protagonista è l’Assassino di nome Shay Patrick Cormac, una recluta che entra a far parte della Confraternita a causa del suo amico d’infanzia Liam. I due giovani vengono inviati in una missione suicida per recuperare due di questi Frutti in mano ai Templari, un manoscritto e una scatola, e che pare abbiano scatenato uno tsunami sull’isola di Haiti. Sullo sfondo delle tensioni che porteranno allo scoppio della Guerra dei Sette Anni tra Francia e Inghilterra, i protagonisti arriveranno a contattare Benjamin Franklin e a viaggiare anche in Portogallo.
Assassin’s Creed: Unity
Con Assassin’s Creed: Unity si torna in Europa, questa volta all’epoca della Rivoluzione Francese (1789). Protagonista è Arno Dorian, adepto prima dei Templari ma che in seguito a un omicidio di cui è stato accusato ingiustamente, quello del padre della sua amata, capo dei Templari francesi, in prigione alla Bastiglia passa dalla parte della Confraternita degli Assassini cercando redenzione.
Altro salto temporale, un secolo, e visitiamo l’Inghilterra vittoriana del 1868. I protagonisti sono i gemelli Jacob ed Evie Frye. Si muovono in una Londra cupa in cui regna la criminalità organizzata, dove lo sfruttamento della manodopera minorile è una forte citazione di Oliver Twist del contemporaneo Charles Dickens, immortale cantore di quel periodo. Londra è in mano ai Templari e da quella che è la capitale del grande Impero britannico, controllano buona parte del mondo conosciuto. Attraverso l’eliminazione di varie pedine fondamentali e con l’aiuto di Graham Bell, che in seguito inventerà il telefono (purtroppo nessuna citazione al nostro Marconi) grazie all’aiuto dei due fratelli. Jacob incontra anche Darwin, ed entrambi portano allo scoperto un’organizzazione intenta allo spaccio di un elisir particolare, che si rivela una droga molto assuefacente.
Occultisti ed esperimenti orribili contornano la storia, mentre i misteri delle cripte di Londra vengono allo scoperto nella ricerca del frutto dell’Eden che dà il potere ai Templari.
Da Syndacate in poi…
Due contenuti aggiuntivi interessanti (DLC, Downloadable Contents) si aggiungono a Syndicate, Dreadful Crimes nel quale si incontrerà Arthur Conan Doyle (frustate a chi non sa chi sia), e Jack Lo Squartatore, nel quale il protagonista è il famigerato serial killer del quartiere di Whitechapel ma con un origine del tutto particolare legata agli Assassini.
La saga di Assassin’s Creed è arrivata a Syndicate, per ora. Vedremo nell’autunno del 2016 quale periodo storico Ubisoft ci farà vivere in modo spericolato e pericoloso. Insomma, in Assassin’s Creed le trame romanzate di carattere storico, come se fosse necessario reiterarlo, diventano sempre più approfondite e coinvolgenti. Ogni capitolo dà un appiglio alla trama del successivo o si collega ai precedenti, uno sforzo immane per tenere tutto incollato. Chapeau agli sceneggiatori, ma ormai le software house blasonate hanno fior fiore di romanzieri e cineasti tra le loro fila. Penso soltanto a David Gaider della Bioware (Dragon Age) o a Todd Howard della Bethesda (The Elder Scrolls). Assassin’s Creed non è un gioco di ruolo ma ci si avvicina molto.
Nonostante il gameplay action basato talvolta sulla destrezza del giocatore invece che sulla potenza crescente del personaggio del gioco, anche se in Syndicate c’è pure questo, il coinvolgimento è totale. E la storia è in mano agli Assassini. Si parlerà di questo a Chronicae 2016, nella conferenza dedicata a proprio a questo videogame in cui “nulla è reale, tutto è lecito”.