Circa Matteo Marchetti
Nasce sulle colline piacentine nel 1989. Impara a dire “Goal!” prima di “Mamma” e da subito si rivela una specie di trottola indemoniata che, quando non corre dietro al pallone, corre dietro a mille altre cose. Spinto da una fervida curiosità per tutto ciò che lo circonda è costantemente entusiasta e iperattivo, arrivando, ben presto, a prosciugare buona parte dell’energia vitale dei suoi genitori. Oltre a vivere una infanzia randagia passata a scorrazzare, giocare e saltare in ogni luogo permettesse una minima opportunità di movimento, il giovane Matteo si trova a scoprire la bellezza di alcune passioni più casalinghe, in particolare anime e videogiochi. Il passaggio all'adolescenza è quindi segnato da una costante dose di Dragonball, Final Fantasy e, subito dopo, da bastimenti di manga e animazione giapponese che tutt'ora infestano la sua camera-mausoleo. Alle superiori frequenta il liceo scientifico sognando di fare il biologo marino, naufragando, successivamente, sullo scoglio della matematica. Ciò lo porterà lentamente alla deriva, verso il lido sognante delle discipline umanistiche. Divisi tra sport, letture, fumetti, cinema, videogiochi, curiosità, nerdate di vario genere e una terribile allergia a tutto ciò che è numerico, gli anni liceali scorrono veloci e goliardici. Al momento di scegliere l’università è indeciso tra un sacco di facoltà tutte più o meno inutili, quindi, per fare la scelta perfetta in materia disoccupazione, decide di iscriversi a filosofia. Triennale a Parma e specialistica a Milano. Si occupa di filosofia teoretica, filosofia della scienza ed estetica, alternando il tutto a sessioni intense di lavori manuali poco qualificati ma ben retribuiti. Raggiunge il culmine del suo sforzo teorico nelle citazioni di Jurassic Park, Star Wars e Terminator nella tesi di laurea magistrale. Laureatosi da poco a pieni voti, lavora come educatore in alcuni centri ricreativi, ha collaborato con alcune riviste online e si diverte a prendere tutto ciò che gli capita. Non sa ancora cosa gli riserva il futuro ma, quel che è certo, è che non starà certo fermo ad aspettare.