Che autori italiani si trovano in libreria a Los Angeles? Ecco cos’ha trovato Giacomo Brunoro in una libreria Barnes & Nobles a LA.

Ieri sera sono andato a fare un giro da Barnes & Nobles. Del resto qui è praticamente sempre tutto aperto a tutte le ore e quindi è normale passare in libreria dopo cena. Barnes & Noble è sicuramente il top per quanto riguarda le librerie “fisiche”, anche se ormai stiamo parlando di un business in fortissima crisi (-16% in borsa pochi giorni fa dopo la comunicazione del passivo di 80 milioni di dollari nel primo trimestre 2013).

Il primo impatto è davvero devastante: location meravigliosa, Starbusck all’interno, sedili per leggersi con calma le riviste, quantità smodata di libri di ogni tipo. E poi oltre ai libri qualsiasi cosa abbia attinenza con i libri: giochi, cartoleria, gadget, di tutto insomma. Ti colpisce la quantità di edizioni, i formati molto diversi rispetto ai nostri, i prezzi in media molto più bassi, gli scaffali organizzati più da un punto di vista del pubblico di riferimento che del genere.

Mentre cammino incuriosito tra gli scaffali penso subito che un punto vendita del genere in Italia subirebbe una quantità di furti pazzesca, ma evidentemente qui le cose vanno diversamente. Poi mi è venuta in mente una cosa: proviamo a vedere quanti autori italiani ci sono tra gli scaffali.

La ricerca purtroppo è sconfortante: in pratica di autori nostri tradotti in inglese non c’è niente, se escludiamo grandi classici tipo Il Principe di Macchiavelli e la Commedia di Dante. Di tutto il resto non c’è traccia.

Poi mi sposto nella sezione “giochi” ed ecco la sorpresa: 5 copie di Bang di Emiliano Sciarra, che si conferma come uno dei giochi di carte più famosi e venduti del mondo. E allora forse a volte sarebbe il caso di rivedere certi discorsi e certe pippe sui nostri grandi autori, ci vorrebbe un gran bagno di utilità per rendersi conto che a volte gente che da noi viene snobbata con superficialità poi a livello internazionale ha un peso di un certo tipo. Chiaro che poi il livello di penetrazione degli autori stranieri negli Usa è molto basso a prescindere, quindi non mi aspettavo certo di trovare a scaffali interi con libri di autori italiani o francesi, e magari qualcuno ci sarà anche stato e me lo sono perso.

Entrare nel mercato americano è difficilissimo, questo lo so bene, non basta avere un titolo tradotto in inglese per vendere automaticamente i propri libri negli States (non funziona così nemmeno con gli ebook), così come i costi per imporre un autore negli Usa molto probabilmente devo essere altissimi. Nonostante tutto rendersi conto in maniera evidente di essere periferia dell’impero, di essere rane che litigano in uno stagno, non è proprio il massimo.