Avengers Endgame, la recensione SENZA SPOILER del filmazzo che chiude la prima era del Marvel Cinematic Universe

E alla fine è arrivato anche questo Avengers Endgame, il filmazzo da ’90 che chiude un’era per il mondo dell’entertainment globale.

Com’è? Prima di perdermi via in pipponi infiniti ecco una recensione modello shortlist:

  • 15 minuti interessanti;
  • 2 ore di noia;
  • una spruzzata di scene epiche rigorosamente random;
  • un combattimento finale cazzuto;
  • troppe battutine idiote (e ve lo dice uno che ha adorato Thor: Ragnarok);
  • un finale moscio.

E quindi è un bel film? Azzarderei un sì, se restiamo all’interno del contesto cinecomic. Se invece parliamo di cinema tout court allora opto per un no. Ma del resto stiamo parlando dell’ultima puntata di una stagione cinematografica durata una decade, quindi ha poco senso fare una valutazione separandola dal contesto.

I numeri al botteghino poi dicono già che sarà un successo mondiale, ma questo era scontato. E, per carità, in sala mi sono anche divertito.

Premessa per i Marvel fan cresciuti a pane e fumetti

Mano a mano che guardavo Avengers: Endgame ripensavo alle Guerre Segrete, uno dei più grandi successi commerciali della Marvel. C’è anche una scena del film che credo sia un omaggio proprio a quel fumetto, e cioè quando Hulk tiene sulle spalle un catena montuosa intera per salvare gli eroi impegnati a combattere contro i Supercattivi storici della Marvel.

Ma che c’entra Avengers: Endgame con una miniserie in 12 numeri pubblicata a metà anni ’80? C’entra perché quella mini-serie, pur ottenendo un successo commerciale inaudito, è stata una delle cose più brutte mai pubblicate dalla Marvel.

Una sceneggiatura stupida e priva di senso, disegni orrendi, colorazione fatta da un daltonico…  e tutto questo in un fumetto che era l’evento editoriale dell’anno. Non troverete un appassionato di fumetti Marvel che ve ne parlerà bene, a meno che non sia costretto a farlo per lavoro.

Eppure l’abbiamo letta tutti (noi Marvel fan ecc. ecc). Più e più volte. E continua ad essere ristampata, io stesso pur sapendo quanto brutta e al limite dell’illeggibile fosse qualche anno fa ho approfittato di una riedizione da edicola e l’ho ricomprata.

Avengers: Endgame mi ha ricordato quella vecchia storia perché, alla fin fine, resta una grande occasione sprecata. Per carità, stiamo parlando di un film impeccabile da un punto di vista visivo, un film che ha perfino qualche scena epica e una grande mezz’ora (sto parlando del combattimento finale in stile Signore degli Anelli).

Però è un film che ha tante, troppe cose che non funzionano.

Cosa non funziona in Avengers: Endgame

Innanzitutto la durata: capisco che nell’era dello streaming è più conveniente per gli studios fare film lunghi per capitalizzare poi quando non si è più al cinema, ma qui stiamo parlando di un film che dura 181 minuti. Una follia. Ne sarebbero bastati 120.

La sceneggiatura: ok, ok, non pretendo che un cinecomic abbia la qualità di una sceneggiatura di un film di Kubrick o Scorsere, tutto sommato chi se ne frega della scrittura se il film tiene botta. Stiamo parlando di motion picture e quando c’è quello siamo a posto. Ma questa volta i buchi sono davvero troppi e uno più grosso dell’altro. 

Che poi, parlando di sceneggiatura, all’inizio resti spiazzato perché vieni preso in contropiede e pensi cazzo, questi hanno davvero avuto il coraggio di scrivere un filmone, ma poi tutto sbraca in un fan service banalotto.

I dialoghi: uno più insulso dell’altro, con il tentativo imbarazzante di dare profondità e epos a un film che non ce la fa proprio. Perché, attenzione, i dialoghi scemi vanno benissimo, ma i dialoghi pretenziosi no, quelli non si possono sopportare in un film del genere. Soprattutto se messi in bocca a Jeremy “Ciccio Pasticcio” Renner (ancora non mi capacito la carriera fatta da uno con la faccia così) e a Scarlett “Monoespressione” Johansonn (che peraltro qui dà il meglio di sé riuscendo addirittura a cambiare due espressioni)

Senza tener conto delle battute idiote a ripetizione che, francamente, hanno stancato perfino me. È possibile che nel Marvel Cinematic Universe siano tutti, ma proprio tutti, cintura nera di Zelig? E dai…

Capitan America (sì, Capitan, non scriverò mai “Captain America”): una delle grandi delusioni del film, se si esclude un momento di epos assoluto che mi ha fatto saltare sulla sedia gridando al miracolo. Ma non spoilero perché sono buono e vi voglio bene. Comunque troppo poco per quello che, volenti o nolenti, resta un personaggio di riferimento per la mitologia Marvel.

Non ci sono supercattivi: una delle figate  del mondo Marvel è che è strapieno di supercattivi, uno più improbabile dell’altro, ma tutti assolutamente fantastici. Qui alla fin fine l’unico cattivo è Thanos. Il suo esercito di mostroids non può essere considerato un vero supercattivo, è soltanto un massa informe di tizi più o meno brutti che spacca tutto. Tipo gli orchi di Tolkien per intenderci.

Captain Marvel: meh… Tanto era centrato il personaggio nel film a lei dedicato tanto è fuori luogo qui. Va e viene, fa cose, è fortissima, ma non entra mai nella storia, non si amalgama mai davvero con gli altri personaggi.

Mi rendo conto che mettere insieme un cast così numeroso sia difficilissimo in termini di sceneggiatura, però l’ho trovata buttata lì giusto per fare la Dea Ex Machina e buonanotte.

Ci sarebbero altre due o tre cosette che però non si possono dire per non spoilerare.

Cosa funziona in Avengers: Endgame

I primi 15 minuti: devo dire che i primi 15 minuti del film ti fanno un po’ cadere la mascella. Pronti via e ti ritrovi su un’ottovolante impazzito che cambia completamente le regole del gioco. Ti viene il sospetto che quello che stai guardando sarà un film memorabile, ma poi finisce subito.

Le mazzate: quando partono le mazzate vere allora il film prende ritmo, anche se purtroppo sono troppo diluite in un mare di pretenziosità. Ci sono un paio di momenti che sono proprio come nei bei vecchi giornalini Marvel anni ’70: due si incontrano e iniziano a mazzarsi così, senza nessun senso quando basterebbe una parola per risolvere tutto. Che meraviglia.

Hulk: Hulk spacca sempre ed è bello vederlo sullo schermo (anche se ‘sto giro spacca meno di quanto dovrebbe).

Thor: ormai il filone è quello di Thor: Ragnarok ovvero quello che più di ogni altro è fedele alla mitologia norrena. Il dio del tuono è un personaggio gigante (e difficilissimo) da scrivere e alla Marvel sembrano essersene accorti. Attenzione perché il rischio di mandare tutto in vacca è altissimo (oserei dire quasi sfiorato).

Una cosa che non vi posso dire:  c’è questa scena con le eroine Marvel durante il combattimento finale che è una figata, dura qualche secondo ma riesce a emozionare davvero. Però non ve la posso raccontare se no che gusto c’è?

Anche qui ci sarebbe qualche altra cosetta da aggiungere ma se spoilero poi mi venite a prendere a casa, quindi non mi resta che augurarvi buon divertimento al cinema.

SPOILERONE

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Inutile restare dopo i titoli di coda: niente scena extra.