Bacchiglione Blues, la seconda volta Sugarpulp per Matteo Righetto.

Titolo: Bacchiglione BluesBacchiglione Blues
Autore: Matteo Righetto
Editore: Perdisa Pop
PP: 144
Prezzo: 14.00 Euro

ACQUISTO SOCI

La seconda volta è sempre la più difficile. Dopo Savana Padana, il numero due di Matteo Righetto era un banco di prova mica da ridere. Ma Matteo ci ha abituati a farla in barba a tutti, con un sorriso. E Bacchiglione Blues tiene perfettamente rispetto al suo predecessore. Eccome!

Il primo capitolo, affogato “fra i campi di soia, barbabietole, bruma e nient’altro” registra subito i toni e si apre con le splendide descrizioni di un territorio epico, selvaggio, sporco e pieno di umori.

Matteo lo pennella da par suo, con quel lirismo iconoclasta che è l’essenza stessa di Sugarpulp. Profondo conoscitore di una terra che ha percorso palmo a palmo e a cui sta dedicando con grande coerenza e classe tutto il proprio lavoro di autore, Righetto gioca con i colori, i chiaroscuri, i profumi dell’ambiente, appronta il palcoscenico con abilità consumata, esplora tutti gli anfratti possibili per rendere con i toni adulterati della commedia pulp tutto il fascino meticcio di quella Louisiana d’Italia che è la Bassa.

Fin qui l’ambiente. Dopo di che si parte con una storia di sequestri, sparatorie, tradimenti che si attorciglia nervosa in un saliscendi di sequenze e colpi di scena. Il rapimento della moglie di un grande industriale dello zucchero rappresenta la spina dorsale del romanzo ma, al tempo stesso, l’escamotage per collezionare gag, dialoghi irridenti e demenziali, sigle di cartoni animati, ultra-violenza, fino ad una caccia alla nutria bianca che sembra la versione in salsa pulp di Sfida a White Buffalo con Charles Bronson.

E poi, va sottolineato, c’è quel talento innato nel saper far ridere, che sembra far troppo spesso paura agli italiani, invece con Bacchiglione Blues si ride alla grande, merito di uno stile corsaro che non si preoccupa di piacere a tutti i costi ma va dritto per la sua strada con tutti gli eccessi e le punzecchiature del caso. Un merito non da poco. Perché come hanno dimostrato tanti autori che qui a Sugarpulp dettano legge si può fare grande narrativa anche con il sorriso, lo sberleffo, lo sguardo sarcastico e spietato.

Matteo Righetto non fa sconti al Veneto, pesta sull’acceleratore del grottesco e sgrana un caricatore di battute che pesca nell’immaginario più popolare e vero, costruisce personaggi come Tito Pasquato e Gino Sambugaro che attingono da una parte ai lati più cinici e beceri dell’animo umano, dall’altro hanno quell’aria guascona e divertita che te li rende irrimediabilmente simpatici.

Rapido, veloce, con una copertina che è una citazione Sugarpulp allo stato puro, Bacchiglione Blues è un libro da divorare, un one shot da buttare giù tutto d’un fiato per assaporarne al meglio la botta.

Leggete questo libro: è la risposta italiana al crime pulp a stelle e strisce, puro poenta-western al 100%.