Bastardi senza gloria – Inglorious Basterds: il Cinema bastardo di Quentin Tarantino

Per una generazione obbligatoriamente post e clamorosamente pulp come la nostra, Quentin Tarantino è un simbolo, una guida, un modus operandi.

Perché Tarantino non è un regista, è un DJ. Remixa per il nostro ludibrio frammenti, spezzoni, ricordi, immagini, musiche. È tutto già visto (abbiamo tutti già visto tutto). Ma è ancora tutto strabiliantemente nuovo, fresco e maledettamente eccitante.

Tarantino è la risposta alle nostre preghiere di cinefili assopiti dal tasso saccarifero dei kolossal hollywoodiani, dall’ermetismo arrogante dei nuovi auteurs francesi, dalle chiacchiere da salotto del cinema statalista di casa nostra.

Adesso ci fa pure un film di guerra, Inglorious Basterds, finto remake di un classico del nostro Enzo Castellari che si intitolava Quel maledetto treno blindato.

E alzi la mano chi, all’idea di un film di Tarantino ambientato nella Seconda Guerra Mondiale, con tanto di nazisti, Hitler e resistenza francese, non trova tutta la faccenda ben più intrigante dell’ennesimo filmetto eroico che decanta le gesta delle truppe USA, stelle e strisce in costante primo piano.

Ci piace il cinema bastardo di Quentin Tarantino, quando si mescola con i gangster movies, con il kung fu, con Sergio Leone, con lo splatter e i filmacci di serie B. Ogni fotogramma trasuda sangue vero, e pura passione per il cinema.

Perché Tarantino fa le cose con passione, e si sente, e si vede.

Adesso aspettiamo solamente il Q-Day, quando i suoi bastardi senza gloria arriveranno, finalmente, a liberarci

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