Sarah Pinborough è l’autrice di Behind Her Eyes, romanzo incredibile da cui è stata tratta l’omonima serie che ha spaccato su Netflix. Giacomo Brunoro l’ha intervistata per noi.

Sarah Pinborough è un’autrice pazzesca. I suoi romanzi hanno scalato le classifiche di mezzo mondo, Stephen King l’ha definita una delle sue scrittrici preferite e Behind Her Eyes, la serie tv tratta da uno dei suoi romanzi, è stata un successo planetario.

Ho avuto la fortuna di conoscere Sarah nel 2014 durante un’edizione memorabile della SugarCON a cui hanno partecipato anche pesi massimi come Victor Gischler, Tim Willocks, Alan Altieri, Maurizio De Giovanni, Giorgio Cavazzano, Francesca Bertuzzi e tantissimi altri. E allora perché non provare a intervistarla? Per fortuna Sarah, come tutti i big, è disponibile e superprofessionale: un paio di mail e ci si dà appuntamento online, una skypata e il gioco è fatto.

Devo dire che intervistare Sarah è stato un vero piacere, in primis perché non capita tutti i giorni di confrontarsi con dei “pezzi da 90” di questo calibro, ma soprattutto perché oltre a essere un’autrice strepitosa è una persona estremamente divertente, simpatica, disponibile e professionale.

Attenzione però, se non avete ancora letto Behind Her Eyes o non avete ancora visto la serie potrebbe esserci qualche spoiler di troppo.

Intervista a Sara Pinborough

Ciao Sarah, grazie mille per avermi dedicato un po’ del tuo tempo, so che ultimamente sei super impegnata. Inizio subito col chiederti dove hai trovato l’idea fenomenale che sta alla base di una storia pazzesca come Behind Her Eyes.

Inizialmente volevo scrivere un thriller classico, una cosa un po’ come Gone Girl, o La ragazza del treno. Io come autrice però, come sai, vengo dal “weirdo”, dell’horror, della fantascienza. Ecco perché mi piaceva l’idea di scrivere un romanzo che iniziasse come un thriller classico ma che poi diventasse qualcosa di molto diverso. Volevo raccontare una storia in cui ci fosse una tresca, sai, la classica storia con bugie e segreti; ci doveva essere anche un omicidio però. E così ho iniziato a metterci dentro dei sogni strani, ma inizialmente erano solo un dettaglio, non dovevano far parte del plot. Dentro di me sentivo che la storia non funzionava. Continuavo a pensare a delle soluzioni perché tutto filasse quando mi sono ricordata di una situazione folle che mi è capitata a Marbella circa 25 anni fa.

Ero in questo ristorante very hippie, un posto strano. Il cameriere si avvicina, mi saluta e mi chiede com’è andata la giornata. Hai presente il classico hippie che si vede nei film? Ecco, uno così. Io gli dico che avevo fatto un po’ di shopping e poi le solite cose, niente di che, giusto per fare conversazione. Poi gli chiedo com’era andata la sua giornata. Lui allora mi risponde che era andato in spiaggia, dopo di che con la sua proiezione astrale aveva fatto un giretto su Marte e alla fine era tornato nel suo corpo per venire a lavorare. E io: wow! Al di là di della totale follia di quella risposta e di quella situazione, questa cosa della proiezione astrale mi è rimasta in testa. Quando ci ho ripensato ho capito che poteva essere il plot twist di Behind Her Eyes. E così prima di iniziare a scrivere il romanzo sapevo già come sarebbe andato a finire.

Che spettacolo! Questa storia della proiezione astrale che se ne va su Marte è una cosa che neanche il Dottor Strange… Scherzi a parte che ne pensi del cast che ha interpretato i personaggi che hai creato? Personalmente ho trovato Simona Brown a dir poco strepitosa (nel film interpreta Louise).

Sono stati tutti bravissimi, Robert Aramayo (Rob, ndr), ad esempio, è stato semplicemente fantastico, la sua è stata un’interpretazione pazzesca. Anche Simona Brown è stata eccezionale, anche perché lei come donna è molto diversa dalla Louise del mio libro. Nel romanzo Louise non è così sexy, è molto insicura, mentre Simona è stupenda! Lei è riuscita a portare sullo schermo una sua personale interpretazione dell’insicurezza, l’ho apprezzata molto. La sua Louise è insicura nella vita, nelle scelte che fa, ha sempre il dubbio di non aver fatto abbastanza. E poi c’è Eve Hewsome (Adele), anche lei ha interpretato il suo ruolo alla perfezione. Devo dire che ora se penso a personaggi di Behind Her Eyes non riesco a non vederli con le facce del cast della serie.

Tu in passato avevi già scritto per la Tv, sei stata coinvolta direttamente anche in questo progetto?

No, non più di tanto. Sono stata semplicemente informata di come procedevano le cose. Tieni conto che Netflix da questo punto di vista è una macchina da guerra e non lascia trapelare nulla. Anche se poi, nello specifico, la serie è stata commissionata da Netflix a Left Bak Pictures, la stessa società che ha prodotto The Crown.

Ok, questa domanda non c’entra nulla con quello che stavamo dicendo, ma non posso resistere: che ne pensi di The Crown? Te lo chiedo perché la serie a me è piaciuta moltissimo, ma sono curioso di sapere cosa ne pensa una suddito di “Her Majesty”:

L’ho adorata! Guarda, io non sono affatto monarchica, ma ho adorato la serie, e ti dirò che a noi inglesi in generale è piaciuta davvero tanto.

Invece, parlando del tuo lavoro, come stai vivendo questa situazione del Covid? Ha avuto un impatto anche nella tua routine di scrittrice?

Sì, soprattutto all’inizio, quando eravamo terrorizzati e pensavamo che se anche avessimo soltanto toccato la maniglia di una porta saremmo tutti morti. Devo dire che ero spaventata, come tutti del resto. Poi guardavo un sacco di televisione e la cosa non aiutava di certo, mi veniva l’ansia: come farò a fare la spesa? riuscirò a comprare la carte igienica? Io poi non ho neanche la macchina… (e qui Sarah si fa una bella risata per sdrammatizzare, ndA). Poi però il lavoro mi ha aiutato perché avevo due puntate pilota di due show televisivi da scrivere. Si trattava di un lavoro che avevo già pianificato nei dettagli e quindi non dovevo pensare più di tanto. Mi sono concentrato nella scrittura e mi sono tenuta occupata. Anche perché nel frattempo oltre ai due pilot si è aggiunta la scrittura di un film e di un nuovo libro. Diciamo che mi sono limitata a portare il cane a far pipì e a lavorare.

Ti capisco perché io, ad esempio, durante le prime settimane del lockdown non riuscivo a leggere. All’inizio mi ero detto “bene, ne approfitterò per leggere un bel po’ di libri arretrati”, e invece niente.

Sì, verissimo, anche io non riuscivo a leggere più di 10 pagine di seguito e poi dovevo smettere.

Invece, cambiando discorso, ho scoperto che prima di diventare una scrittrice professionista hai lavorato come insegnante. Ti ricordi qualcosa di particolare di quel periodo? Pensi ti sia stato utile poi per diventare una scrittrice?

Sì, è vero, ho fatto l’insegnante. Per fortuna però poi sono diventata una scrittrice professionista, così ho smesso di fare l’insegnante! (e si fa un’altra sonora risata, ndA). A dire il vero non ho mai amato più di tanto l’insegnamento. Ho fatto la prof. per 16 anni ma ho sempre avuto l’obiettivo di scrivere romanzi per un pubblico adulto, non mi interessava più di tanto il genere young adult e quindi non so quanto possa avermi aiutato nel mio lavoro. Poi, ti dirò, ormai sono passati 12 anni da quando ho smesso di insegnare e non mi ricordo granché, se non che volevo andarmene! (e anche qui si fa una bella risata, ndA.)

Adesso tocchiamo un punto delicatissimo: Stephen King ormai è diventato il tuo fan numero uno su Twitter…

No, no, lui in realtà lui adora il mio cane! (e si torna a ridere, questa volta insieme, ndA)

Allora diciamo che è un fan del tuo cane e anche dei tuoi romanzi, visto che non si contano più i tweet in cui parla benissimo di te. Tra l’altro ha annunciato che scriverai l’introduzione per la nuova edizione di Cujo. Immagino che la cosa ti metta un po’ di pressione addosso…

Assolutamente. Proprio in questi giorni sto rileggendo Cujo per preparami al meglio. Pensa che avevo iniziato a leggerlo di notte ma ho dovuto smettere, ora lo leggo solo di giorno, soprattutto perché ho un cane! La cosa strana è che tutto è nato per caso. Lui ha letto due miei libri e gli sono piaciuti molto. La cosa più surreale è stata quando ha iniziato a seguirmi su twitter. Per una settimana non ho pubblicato nulla con il terrore che si accorgesse di aver fatto un errore e che smettesse di seguirmi. Però sapevo che lui adorava il mio cane e allora ho iniziato a pubblicare solo tweet con le foto del mio cane! (ride, ndA)

A ogni modo è tutto molto surreale perché stiamo parlando di… Cujo! Cioè  scrivere un’introduzione a un capolavoro del genere è una responsabilità enorme e non ti nascondo che sono molto nervosa, insomma in quel libro ci sarà il mio nome oltre a quello di Stephen King. E poi, proprio ieri ho realizzato la cosa più figa di tutte: io scriverò l’introduzione sulla limited edition di Cujo, ok, ma la cosa più assurda è che riceverò poi una copia autografata da King… cioè un libro in cui compare anche il mio nome a fianco di quello di Stephen King e con il suo autografo. Che figata!

Mi dicevi che stai lavorando su molti di progetti, vuoi parlarcene?

Allora, il mio ultimo libro è appena uscito, ho finito un altro romanzo “weird thriller sleep related” e ho iniziato a scrivere il prossimo. Nel frattempo sto lavorando allo sviluppo di uno show fantasy per Amazon, ma di questo non posso dirti niente. C’è poi l’adattamento del mio romanzo The Death House per la casa di produzione di Bohemian Rapsody e un film di fantascienza per Hollywood.

Ok, abbiamo capito che a parte il tempo dedicato a portare a far pipì il cane per il resto sei inchiodata davanti al computer a scrivere. Senti, piuttosto, una parola sul povero Adam la vogliamo spendere?

Ehehehe… povero Adam, pensa che su Twitter tutti mi scrivevano #SaveAdam! Che poi nel mio libro le cose sono un po’ diverse rispetto al finale della serie, perché ho fatto dire a Louise “ai bambini capitano spesso incidenti”… (qui a Sarha scappa l’ennesima risata, questa volta un po’ malefica però. Risata che, ovviamente, mi contagia, per quanto continui a pensare con un po’ di tristezza la povero Adam, ndA).

Ci consigli uno scrittore o una scrittrice inglese da scoprire?

Catriona Ward, il suo ultimo libro è  The Last House on Needless Street. È un romanzo gotico che ha vinto anche il  Gothic Masterpiece 2021 e che Stephen King ha definito come uno dei migliori romanzi che gli sia capitato di leggere. Anche per lei dovrò scrivere una introduzione peraltro. È in assoluto la mia scelta numero uno!

Prima di salutarti un’ultima domanda: ti capita di leggere autori italiani o di vedere film o serie italiane?

A dire il vero non molto perché c’è il grosso problema della traduzione, in Inghilterra non sono molti gli autori italiani tradotti in inglese, sopratutto nei generi che leggo di solito. Ho visto Gomorra e Zero Zero Zero e mi sono piaciute molto, davvero due belle produzioni. Poi, purtroppo, io “ascolto” molto la tv mentre lavoro, quindi se un film o una serie non sono in inglese fatico a seguirla perché non riesco a concentrarmi anche sui sottotitoli.

Grazie mille Sarah, sei stata davvero gentilissima.

Grazie a te e a tutti gli amici di Sugarpulp, spero di tornare presto a Padova alla SugarCON per chiacchierare di libri, film e serie tv con un buon bicchiere di vino in mano tra le strade della vostra fantastica città!