C’era una volta il Nordest, la recensione di Giacomo Brunoro per Sugarpulp MAGAZINE del romanzo di Stefano Zattera (Nerocromo Editore).

C'era una volta il Nordest di Stefano ZatteraTitolo: C’era una volta Nordest
Autore: Stefano Zattera
Editore: Nerocromo Editore
PP: 232

C’era una volta il Nordest è il romanzo d’esordio di Stefano Zattera, vecchia conoscenza della crew Sugarpulp e, soprattutto, del mondo del fumetto e dell’illustrazione italiana.

Il titolo del romanzo mette subito in chiaro le cose, con la citazione/omaggio a Sergio Leone, citazione che però ha una doppia interpretazione: al di là degli aspetti western (presenti peraltro in larga parte nel romanzo), il titolo rimanda in maniera esplicita a quel Nordest che ormai non c’è più, ovvero il Nordest del benessere, del motore economico del paese e del blablablabla che ha imperversato sui media a partire dalla metà degli anni ’90.

C’era una volta il Nordest del resto è una storia di provincia, una storia che racconta lo spaesamento di chi non riesce a capire come e perché il territorio in cui vive si è trasformato in maniera radicale in così breve tempo.

Arzignano e la provincia di Vicenza sono il centro del mondo di Erik, protagonista suo malgrado di una storia nera molto più grande di lui. Zattera mette subito le cose in chiaro e ci presenta un protagonista cattivo, razzista e moralmente deprecabile. Con lui il lettore avrà un rapporto molto difficile perché Erik è uno di quei personaggi che, anche quando fanno la cosa giusta, la fanno nel modo sbagliato. Stefano non fa niente per addolcirci la pillola e ci mostra un uomo senza giudicarlo, senza giustificarlo, ma semplicemente raccontandolo. Abbiamo di fronte il classico figlio di puttana protagonista di tanti film di Tarantino o Scorsese, uno che ci sta antipatico anche quando facciamo il tifo per lui. Non so neanche se potremmo definire Erik un anti-eroe, perché la sua non è una voglia di rivincita o riscatto, è una battaglia contro forze più grandi di lui figlia di una rabbia ed una frustrazione infinite.

Al centro della vicenda un territorio flagellato dall’inquinamento a causa delle solite connection endemiche tra politica e criminalità, tema peraltro attualissimo proprio nella zona di Arzignano. Zattera è molto bravo a raccontare con ironia nera lo stupro di un territorio da parte di affaristi senza scrupoli che hanno operato per anni con la collusione di chi era accecato dai schei, ma anche a presentarci una serie di personaggi credibilissimi nella loro assurda paradossalità. Una storia piena di violenza, di emozioni forti e di sentimenti contrastanti che fotografa un territorio e una realtà sociale dilaniata da contraddizioni profondissime.

Peccato soltanto per l’editing non sempre accuratissimo che a volte rallenta la lettura di un romanzo che alterna in maniera molto riuscita passaggi veloci ed estremamente dinamici a descrizioni del territorio dettagliate e ricche di colori.