Cadrò sognando di volare, la recensione di Corrado Ravaioli del romanzo di Fabio Genovesi pubblicato da Mondadori.

Cadrò sognando di volare
  • Titolo: Cadrò sognando di volare
  • Autore: Fabio Genovesi
  • Editore: Mondadori
  • PP: 312

Il 14 febbraio del 2004 ero a Bologna, dove studiavo e in quei giorni amoreggiavo con la mia futura moglie (dettaglio importante solo a fini biografici). Quel giorno, un evento tragico ha preso il posto di qualsiasi altra ricorrenza: la morte di Marco Pantani. Per tutti gli appassionati di ciclismo, e i tanti che dieci anni prima avevano imparato ad amare questo sport grazie al Pirata, questa data ha assunto un’accezione amara

Proprio Marco Pantani è uno dei protagonisti dell’ultimo libro di Fabio Genovesi, Cadrò, sognando di volare (Mondadori). La sua epopea, dai primi sorprendenti scatti al Giro d’Italia del ‘94 fino a quel tragico San Valentino, accompagna il percorso di Fabio, 24enne toscano finito in un convento di campagna a scontare, si fa per dire, il servizio civile.

Mentre gli amici festeggiano l’estate in vacanza a Valencia, vantando presunte conquiste e notti alcoliche, Fabio deve far fronte a un’amara realtà. Era partito con l’idea di educare i giovani della scuola locale ma scoprirà di essere solo, in compagnia di Don Mauro, factotum con il vizio dell’alcol, Don Basagni, burbero che vive recluso in una stanza, la perpetua Flora e Gina, sua figlia.

Come se non bastasse, il giovane protagonista sta attraversando fase delicata. Studia giurisprudenza senza entusiasmo in attesa di un futuro che altri hanno già disegnato per lui. Ora però ha un obiettivo per l’estate, seguire le gesta di Marco Pantani, pronto ad aggredire il Giro dopo anni di infortuni. Uno che sa come prendersi un sogno, a costo di sacrifici, divenuto un simbolo per migliaia di tifosi.

Fabio scoprirà per caso che al convento c’è qualcuno che, come lui, freme per la stessa passione. L’arcigno Don Basagni ha una televisione in camera, che custodisce gelosamente insieme ad altri segreti. Nel loro rapporto, dapprima timido e poi sempre più sciolto, cosi come  la convivenza forzata con gli altri abitanti del convento, Fabio troverà una ragione per sognare una vita diversa da quella che si aspettava. 

Fabio Genovesi si conferma un narratore formidabile nel costruire una piccola realtà quotidiana, nei toni tipici della commedia all’italiana, con i suoi personaggi sopra le righe e momenti anche molto comici (le apparizioni in sogno, di Jim Morrison tra tutti).

Ciò che affascina, in particolare, è la descrizione delle imprese di Pantani, dinamiche e appassionanti, con momenti di vero pathos e commozione. In queste parti, che dialogano virtualmente con la storia di Fabio, il libro tocca il punto più alto dal punto di vista letterario e del coinvolgimento. 

È una storia sulle occasioni e il desiderio di cambiare, e molto spesso le due cose sono legate tra loro. Il protagonista avrà la sua chance, lascio al lettore il compito di scoprire se sarà in grado di coglierla.