Canto notturno di giocatore errante a Lucca, Gian Andrea Cappuzzo ci racconta la sua Lucca Comics & Games 2018.

Lucca Comics & Games 2018 è giunta al termine e la prima considerazione che posso fare in veste di infiltrato nel padiglione game (naturalmente BOARD game, viva il Carducci !) è che ormai l’offerta di occasioni bellissime per provare nuovi giochi, seguire conferenze e incontrare editori e autori nazionali e internazionali ha ampiamente superato il tempo a disposizione di un essere umano

In ordine sparso consegno 8 ricordi a questo report, e ne tengo altri 1.000 per me !

Le spese pazze

Spese cominciate al quinto minuto del primo giorno e terminate di lì a poco, budget totalmente inadeguato a realizzare tutti i desideri. Alla notizia dell’esistenza di un mercatino del gioco usato all’interno di Villa Gioiosa ho compiuto la prima razzia, quindi ho deciso di investire per avere finalmente la mia copia di titoli sempre giocati ma mai posseduti tipo Puerto Rico e Caylus.

Poi la cosa mi ha preso la mano e ho comprato altre 2/3 scatole, 2 magliette e degli abbonamenti ad alcune riviste; per un attimo ho rivissuto la sensazione di quando, da bambino, lo zio mi portava per il mio compleanno in un enorme negozio di giocattoli e mi diceva “scegli pure quello che preferisci”… dov’eri, zio, giovedì pomeriggio mentre io contavo gli ultimi spiccioli al padiglione Giochi Uniti ?

Stringere fra le mani la mia copia di Segni e Simboli di Adrian Frutiger

In realtà il titolo di questo ricordo doveva essere diverso perché uno dei miei motivi per la trasferta a Lucca di quest’anno era la presentazione del libro L’Autore di Giochi di Emiliano Sciarra: un ricco e utilissimo compendio della sua esperienza nel mondo del game design. All’incontro con l’autore organizzato venerdì c’è stato modo di approfondire in maniera interessante alcuni aspetti legati alla progettazione e alla pubblicazione di un gioco.

Allo stand Oliphante ho acquistato la mia copia autografata da Mr. Bang! (per chi non conoscesse Emiliano e quello che ha fatto), e confermo che si tratta davvero di un ottimo lavoro, ma è stato proprio in quel momento che ho visto il libro di Frutiger!

Stiamo parlando di qualcuno che ha scritto un libro utilizzando un font che porta il suo nome! Non ho potuto resistere…

Ascoltare ai tavoli la spiegazione delle regole di gioco

Le aree attrezzate con tavoli gioco erano ovunque! Per ottimizzare al massimo il tempo a mia disposizione ho a malincuore deciso di non sedermi a giocare ad ogni tavolo disponibile, spesso mi sono limitato ad ascoltare furtivamente la spiegazione delle regole dei giochi ad inizio partita.

Oltre a farmi un’abbuffata di regolamenti, ho potuto empatizzare con i tantissimi giovani ragazzi e le giovani ragazze che con grande dedizione hanno svolto questo compito per conto delle case editrici e dei distributori: li ho sentiti rispondere con pazienza alle domande più disparate di migliaia di giocatori, ho visto la loro fatica accumularsi giorno dopo giorno… sguardi che porterò con me!

Ascoltare la spegazione delle regole di Vektorace dalla voce di Spartaco Albertarelli.

Questo ricordo può sembrare un doppione del precedente ma ha le sue peculiarità: Spartaco è un simpatico signore classe ’63 (fra gli autori di giochi da tavolo è uno dei decani italiani, googlate o leggete il libro di Emiliano Sciarra per approfondire) e sentire con quanto amore spiegava il funzionamento della sua ultima creatura a quattro giovani in procinto di iniziare una partita mi ha quasi commosso.

Giocare in “famiglia”.

A lucca si è giocato tantissimo, di giorno al padiglione Carducci, la sera fino a tardi all’ Agorà: gente che schiccherava pinguini, salvava l’umanità da orribili pandemie, tornei di Magic e D&D, di tutto e di più.

Nello Sugarpulp’s Apartment abbiamo imbastito un dopocena ludico molto divertente sfidandoci a Kingdomino (vedi punto 1), titolo perfetto per il giovane Enrico e per i due adulti totalmente inesperti coinvolti nell’operazione.

Mi son trovato piacevolmente perso fra il contemplare l’eleganza e la semplicità delle soluzioni di game design adottate da Bruno Cathala in questo piccolo gioiellino che gli è valso lo Spiele des Jahres 2017 e la felicità nel vedere come il mondo dei giochi da tavolo possa essere ancora una validissima alternativa a televisione, videogiochi e smartphone (probabilmente di una partita esiste ancora la diretta Facebook sulla pagina di Sugarpulp).

La rivincita dei “nerd”

No, purtroppo a Lucca non era prevista la proiezione della nota pellicola… Il riferimento è ai dati italiani più che incoraggianti sul numero di giocatori da tavolo e di giochi venduti, argomento di molte conferenze in sala Ingellis, e la sensazione generale è che “giocare” abbia smesso di essere etichettato come divertimento “nerd” o “geek” con accezione negativa: IERI eravamo costretti a chiuderci in cantina di nascosto dagli “altri” amici per portare avanti la campagna di Lex Arcana, OGGI la riedizione di Lex Arcana raccoglie centinaia di migliaia di euro in pochi giorni su kickstarter e quegli stessi amici di un tempo si ritroveranno a cena insieme agli “altri” per giocare a un fichissimo GdR !

I bambini allo stand della Haba

Haba è una casa di produzione tedesca che si è data una missione quasi pedagogica e ha una bellissima linea di giochi per bambini. I tavoli test erano affollati da bimbi e giovani mamme le quali, nella maggior parte dei casi, davano la netta impressione di non avere mai avuto nulla a che fare col mondo dei giochi da tavolo.

Osservare la situazione mi ha suscitato due pensieri: il primo è che, anche se in bassa percentuale, i giocatori e le giocatrici della mia generazione si sono riprodotti e in qualche misura hanno autoincrementato il popolo dei boardgamers; il secondo (vedi considerazioni fatte al punto 6) è che siamo in un periodo storico in cui il gioco da tavolo potrebbe positivamente essere riscoperto come strumento di crescita per il proprio figlio anche da genitori “babbani”.

In attesa dell’introduzione dell’ora di educazione ludica nelle scuole, vedere tanti bimbi giocare meglio dei genitori mi ha riempito il cuore di speranza.

Il lampredotto

Lo ammetto: “il lampredotto” non rientrerebbe nell’ambito game… Tuttavia il ricordo dei panini col lampredotto mangiati quest’anno sarà sicuramente uno dei miei motivi per tornare a Lucca l’anno prossimo (o magari prima).

Si vis vivere disce ludere.