Captain Fantastic, è un film che si muove con abilità non comuni attraverso generi differenti. Un film coloratissimo con un Viggo Mortesen eccezionale.

Captain Fantastic un film sulla sopravvivenza in circostanze estreme, un on the road, una storia di formazione ma anche una commedia sulla famiglia “disfunzionale” tanto cara al cinema indie di qualche anno fa. Ci sono diversi elementi e ben amalgamati in questo Captain Fantastic, che ha vinto il premio della regia a Cannes e quello del pubblico al Festival di Roma.

Il film

La pellicola diretta da Matt Ross si muove con abilità non comuni attraverso generi differenti portando avanti un tema delicato: quello dell’educazione in una società schiacciata da consumismo e ignoranza.

Per crescere i sei figli in un mondo incontaminato, Ben ha scelto di allevarli in una foresta. Non pensate alla classica famiglia di hippie: i sei bambini sono educati con inflessibile disciplina all’esercizio del fisico, attraverso sedute di allenamento estenuanti, ma anche allo studio dei classici della letteratura e del pensiero politico. Certo, la sera cantano e ballano intorno al fuoco ma il loro stile di vita resta rigoroso, basato su una serie di regole ferree. Forse troppo severe per durare a lungo.

Il contatto forzato con la civiltà porterà Ben a fare delle scelte, mettendo in discussione prima di tutto il suo metodo educativo. È qui che entra in gioco il concetto chiave del film, l’interrogativo che viene posto. Fino a che punto un’idea, una linea di pensiero, può essere efficace se integralista? Lascio agli spettatori la giusta curiosità e voglia di scoprirlo. Dirò invece due parole sul cast.

Un cast sorprendente per un film straordinario

Viggo Mortensen, nei panni di Ben, è di una bravura stordente. Senza alzare mai i toni, risulta affascinante e intenso, fiero del proprio stile di vita anticonvenzionale. Accanto a lui la squadra di giovani e giovanissimi, la più piccola ha tre anni mentre il più grande 16, risulta assolutamente affiatata rendendo credibile una storia decisamente straordinaria (nel senso di fantastica).

Il film è coloratissimo, come gli abiti fabbricati dai protagonisti, e ricco di momenti memorabili, a partire dai dialoghi tra Ben e figli. Si ride e ci si commuove in maniera intelligente seguendo le gesta di questo “supereroe senza poteri”, che combatte contro la globalizzazione, i cibi tossici, e l’ottusità. Questo è già un grande risultato.