Carnage, il massacro secondo Roman Polanski

Parliamoci chiaro, Carnage è una chicca degna del miglior Woody Allen. Una black comedy caustica e minimale, diretta magistralmente dal veterano Roman Polanski. Si tratta della trasposizione su pellicola de “Il dio del massacro”, una pièce teatrale scritta dalla drammaturga francese Yasmina Reza (edita in Italia da Adelphi).

La vicenda si snoda a partire da una violenta lite tra due ragazzini, motivo dell’incontro tra i rispettivi genitori, al fine di risolvere civilmente la questione.
Quello che sembra un rendez-vous formale e maturo tra i coniugi Cowan e i Longstreet diverrà sempre più una bagarre di colpi bassi e rivelazioni scottanti, in un impetuoso susseguirsi di scorrettezze.

Quattro personalità newyorkesi in conflitto, quattro differenti modi di affrontare l’accaduto, quattro profili antitetici che collaborano a creare una pellicola di spiazzante realismo.

Carnage

Polanski dirige sapientemente un poker di attori di primissimo livello, capaci di dare a Carnage un tono deliziosamente grottesco e autoriale: Jodie Foster, scrittrice impegnata e irascibile; John C. Reilly, marito restio ai litigi e attratto dalla banalità; Kate Winslet, suscettibile e frustrata; Christoph Waltz, superficiale ed orgoglioso membro della borghesia.

I toni pacati e la mediazione a tutti i costi mutano pian piano mettendo in mostra i difetti, le angosce e la malcelata sofferenza interiore delle coppie, dando vita ad un avvincente ed inquietante gioco di alleanze e scambi di ruoli.

L’abilità dialettica dei protagonisti, mattatori in una scena volutamente asettica e minimale, fa brillare di luce propria un film che appare specchio fedele di virtù e difetti umani.

Carnage

Carnage è un corollario di dubbi e fragilità degli adulti, forzatamente responsabilizzati e costretti ad indossare ingombranti maschere per ogni evenienza.
“Il Dio del Massacro” si nutre di questa insicurezza, si fa beffa della facciata borghese e apparentemente impeccabile, sceglie le proprie vittime tra coloro che celano i propri sentimenti dietro freddi rituali precostituiti.
Polanski ci fa riflettere sulle convenzioni e su quanto un civile scambio di idee possa disastrosamente sconfinare in una “guerra” senza esclusione di colpi.
L’odio come (s)collante sociale, come obiettivo da perseguire in una società ipocrita e votata all’egoismo.

Carnage è un affresco verosimile e multisfaccettato che spiazza e tiene incollati allo schermo, un gioco al massacro ricco di dialoghi e mimiche spettacolari, da Scuola del Cinema.
Se non si fosse capito, l’ho apprezzato un sacco! Fatevi del male cercando voi stessi nei protagonisti di questo film che, secondo il sottoscritto, è già un cult!