Casilina ultima fermata è un nero urbano, costruito magistralmente da Enrico Astolfi, svela il lato più dark del Pigneto romano.

Casilina ultima fermataTitolo: Casilina ultima fermata
Autrice: Enrico Astolfi
Editore: Ponte Sisto
PP: 280
Prezzo: €12

Casilina ultima fermata è il nuovo lavoro di Enrico Astolfi. Uscito per una casa editrice indipendente come la Ponte Sisto, il romanzo si rivela il libro perfetto per aprire una collana dedicata al noir urbano.

Sprofondato nell’inferno del Pigneto – con un’estate che sembra mangiare l’anima oltre al fiato – l’intreccio narrato dall’autore ferrarese nutre, pagina dopo pagina, una doppia storia allucinata che non rinuncia a scintille di poesia di strada.

Già perché Roma, e il suo Quartiere per eccellenza, sono narrati con colori, odori, profumi talmente nitidi e veraci da uscire letteralmente dalle pagine, consegnando il romanzo a una dimensione che arricchisce il genere di una sensibilità davvero originale.

E per una volta, noir è termine usato a proposito. Sia lode già solo per questo all’editore… e a Enrico Astolfi naturalmente, che srotola una storia tutta costruita su quel senso di angoscia e inquietudine che incombe come una maledizione sui due protagonisti e che è poi il senso ultimo e più vero del noir.

Ecco allora Franco David, Il Grigio, criminale di quartiere appena uscito di galera che non nasconde un lato psicotico e violento e che viene costretto a rientrare in un universo cupo e spietato che sperava di aver lasciato alle spalle, e poi Roy Van Persie, animalista olandese appena giunto a Roma e inghiottito in una giostra di eventi che lo portano a fare coppia fissa con una ragazza che lavora da Necci e che si ritroverà, suo malgrado, faccia a faccia con un pugno di fascisti ultra-violenti.

Ma è poi proprio attraverso l’escamotage narrativo del quotidiano che Enrico scardina l’epica del nero per riportarla alla dura normalità del quartiere, della borgata, restituendolo alle sacche di violenza che si celano negli anfratti più reconditi e nascosti della vita normale: gli incontri, i tradimenti, le risse e le incomprensioni che punteggiano la narrazione consegnano non solo una scrittura matura, con un ritmo preciso, ipnotico, capace di avvinghiare il lettore come farebbero le spire di un rettile, ma anche densa di una conoscenza profonda del luogo, del territorio, della rabbia pronta a esplodere dietro l’angolo sbagliato della strada.

Un romanzo letteralmente spezzato in due, dicotomico, giocato sui chiaroscuri, sui sorrisi che divengono ghigni e sulle minacce che scolorano nell’asfalto.

Da leggere.