Il 9 marzo del 1994 Charles Bukowski moriva nella sua casa di San Pedro. Sono passati vent’anni e, forse, ancora non abbiamo capito quanto grande sia stato lo zio Hank
Era così l’ospedale e allora non sapevo che vent’anni dopo ci sarei tornato, sempre nel reparto dei poveri. Ospedali, galere e puttane: ecco le università della vita. Ho preso diverse lauree. Chiamatemi dottore (A Sud di nessun Nord, C. Bukowski). Difficile spiegare cos’ha rappresentato Charles Bukowki per la letteratura del XX° secolo. Dire che è stato un grande, un grandissimo, non rende abbastanza l’impatto devastante che le sue opere hanno avuto prima nella controcultura americana, e poi in tutto il mondo quando lo zio Hank è diventato un fenomeno globale. Non c’è alcun dubbio che Bukowski sia un autore per molti, ma non per tutti. Quindi non mi aspetto che possa piacere a chiunque. Bukowski o lo ami o lo odi, proprio come la vita.
Sì, non potevo soffrire d’alzarmi alla mattina. Significa rientrare nella vita e, dopo che hai passato una notte a dormire e ti sei costruito una specie di nicchia privata nel sonno, non ti va di ricominciare. Sono stato sempre solitario. Perdonatemi – sarò matto, sarò – ma per me, tranne qualche pezzetto di fica, non me ne fregherebbe proprio un tubo, se morissero tutti, al mondo. Sì, lo so, non è carino. Ma io sarei contento, come una lumaca. Dopo tutto è la gente che m’ha reso infelice (Storie di ordinaria follia, Charles Bukowski). Poeta, scrittore, alcolizzato, erotomane, scommettitore, volgare, spudorato, uomo dai mille lavori e dalle mille vite, Bukowski è stato tutto questo e anche di più. Ha scritto il libro con il titolo più bello di sempre, quel South from no North (A Sud di nessun Nord), ha vissuto una vita che è riuscito a trasformare in letteratura, è rimasto se stesso fino all’ultimo. Letto prima dei vent’anni Bukowksi può essere un’autentica rivelazione, ma vi consiglio di riprendere in mano i suoi libri: lette dopo un certo numero di anni le sue storie sono ancora più forti, le sue verità ancora più vive, le sue tristezze ancora più profonde, le sue gioie ancora più esplosive.
Eppure un uomo aveva bisogno di una donna di tanto in tanto, se non altro per provare a se stesso che riusciva a procurarsela. Il sesso era una faccenda secondaria. Il mondo non era fatto per gli amanti e non lo sarebbe mai stato (A Sud di nessun Nord, C. Bukowski). La sua scrittura, sedimentata nel tempo e dall’esperienza, si trasforma in qualcosa di vivo, si fonde al vissuto di ogni singolo lettore, diventa vita, scorre e ti travolge con una potenza inaudita. Rileggetevi Storie di ordinaria follia, A Sud di nessun Nord, Panino al prosciutto, Pulp, Musica per organi caldi e qualsiasi altra cosa scritta da Bukowski vi passi tra le mani. Non ve ne pentirete.