Chronicae presenta una serata speciale con Aldo Cazzullo e Matteo Strukul, venerdì 20 gennaio al Teatro Filarmonico di Piove di Sacco.

Chronicae, Festival del Romanzo Storico, torna per una una serata speciale in attesa della IX edizione che si terrà a Piove di Sacco dal 30 marzo al 2 aprile.

Appuntamento fissato per venerdì 20 gennaio alle 21:00 al Teatro Filarmonico di Piove di Sacco per una serata evento con Aldo Cazzullo, che presenterà il suo Mussolini il capobanda, in un reading inedito con Matteo Strukul. Al termine del reading Cazzullo sarà a disposizione del pubblico per il tradizionale firmacopie.

Una vera e propria serata evento all’insegna della Storia e della Cultura, come da tradizione per il festival ideato da Sugarpulp e realizzato in collaborazione con il Comune di Piove di Sacco.

Come sempre l’ingresso all’incontro con Aldo Cazzullo è gratuito, ma è necessario prenotare il proprio posto su Eventbribte (attenzione, i posti sono praticamente esauriti).

Mussolini il capobanda. Perché dovremmo vergognarci del fascismo

«Cent’anni fa, in questi stessi giorni, la nostra patria cadeva nelle mani di una banda di delinquenti, guidata da un uomo spietato e cattivo. Un uomo capace di tutto; persino di far chiudere e morire in manicomio il proprio figlio, e la donna che l’aveva messo al mondo».

Comincia così il racconto di Aldo Cazzullo su Mussolini. Una figura di cui la maggioranza degli italiani si è fatta un’idea sbagliata: uno statista che fino al ’38 le aveva azzeccate quasi tutte; peccato l’alleanza con Hitler, le leggi razziali, la guerra. Cazzullo ricorda che prima del ’38 Mussolini aveva provocato la morte dei principali oppositori: Matteotti, Gobetti, Gramsci, Amendola, don Minzoni, Carlo e Nello Rosselli.

Aveva conquistato il potere con la violenza – non solo manganelli e olio di ricino ma bombe e mitragliatrici –, facendo centinaia di vittime. Fin dal 1922 si era preso la rivincita sulle città che gli avevano resistito, con avversari gettati dalle finestre di San Lorenzo a Roma, o legati ai camion e trascinati nelle vie di Torino.

Aveva imposto una cappa di piombo: Tribunale speciale, polizia segreta, confino, tassa sul celibato, esclusione delle donne da molti posti di lavoro. Aveva commesso crimini in Libia – 40 mila morti tra i civili –, in Etiopia – dall’iprite al massacro dei monaci cristiani –, in Spagna. Aveva usato gli italiani come cavie per cure sbagliate contro la malaria e per vaccini letali. Era stato crudele con tanti: a cominciare da Ida Dalser e dal loro figlio Benitino.

La guerra non fu un impazzimento del Duce, ma lo sbocco logico del fascismo, che sostiene la sopraffazione di uno Stato sull’altro e di una razza sull’altra. Idee che purtroppo non sono morte con Mussolini. Anche se Cazzullo demolisce un altro luogo comune: non è vero che tutti gli italiani sono stati fascisti. E l’antifascismo dovrebbe essere un valore comune a tutti i partiti e a tutti gli italiani.