Come si sbriciola un biscotto? Affascinanti storie di chimica del quotidiano di Joe Schwarcz è un saggio di chimica appassionante come un romanzo: una lettura sorprendente!
Titolo: Come si sbriciola un biscotto
Autore: Joe Schwarcz
Editore: TEA
PP: 311
Prezzo: 9.00 euro
Come si sbriciola un biscotto? Affascinanti storie di chimica del quotidiano è stato scritto da Joe Schwarcz, professore di chimica e direttore dell’Ufficio per la Scienza e la Società alla McGill University di Montreal.
E sì, è proprio un saggio di chimica. Ma, contrariamente alle aspettative – negativissime – che tutti noi profani nutriamo nei confronti dei saggi scientifici, è davvero un libro sorprendente…
Mai avrei pensato di poter leggere qualcosa di inerente alla chimica comodamente rilassata sul letto: lo stile di Schwarcz è divertente, ironico, brillante e accattivante. Non riuscivo ad interrompere il capitolo a metà mentre leggevo delle microonde nei calzini, delle teorie sullo yogurt e le vitamine, dei neutracetici, dei veleni e dei cereali.
Condito con una buona dose di storia – rigorosamente letta in chiave scientifica – , ciascun paragrafo affronta un problema più o meno presente nel quotidiano e ampiamente discusso dai media.
Lo ammetto!, non mi ritrovo tutti i giorni a chiedermi se la padella antiaderente che uso sia adatta alla preservazione della mia salute e mi limito a metterci dentro le poche cose che so cucinare, ma devo confessare che leggere le intriganti storie che si nascondono dietro – letteralmente! – i fondi delle padelle in commercio mi ha aperto un mondo.
Chi poteva dire che mi sarei ritrovata a divorare un mini-trattato di un capitolo sulle tipologie di alluminio e rame? Io no di certo.
Tra bagel al vapore o bolliti, odi all’avena e digressioni su scienziati e chimici del passato, mi sono sentita trasportata in un mondo che sicuramente non è il mio habitat naturale, ma che mi ha lasciato una voglia indescrivibile di saperne di più sulla chimica.
La seconda metà del libro è un tantino più complessa della prima: gli argomenti si fanno più specifici, lo stile più scientifico, la lettura parecchio più ostica. Ma la prima metà è assolutamente grandiosa e, tutto sommato, vale la pena di resistere a quegli odiosi termini chimici e divorare anche la seconda.
Nel complesso, è un libro che va contro le aspettative: leggero, scorrevole e acculturante. Poco male se la seconda parte costa un po’ più di fatica: è un saggio che vale la pena e demolisce più di qualche falso mito.