Con tanta benzina in vena è una bomba all’idrogeno che non lascia respiro e pare un pamphlet sgangherato e esaurito da un avamposto letterario sulla frontiera.

Con tanta benzina in vena

Titolo: Con tanta benzina in vena
Autore: Warren Ellis
PP: 226
Editore: Elliot (Trad. Luca Fusari)
Prezzo: 16,50 euro

Mike McGill è un detective privato con le pezze al culo, assoldato da un’organizzazione di politici eroinomani per ritrovare la prima, vera Costituzione degli Stati Uniti d’America il cui unico originale venne smarrito da Richard Nixon in un bordello.

In teoria, quindi, quella vigente è un falso. McGill si vede versare sull’unghia mezzo milione di dollari sul conto corrente per recuperarla. Comincia così per lui una corsa impazzita, una caccia al tesoro in acido e on the road lungo gli Stati Uniti d’America.

Fortunatamente, con lui c’è Trix Holmes, lolita ninfomane affamata di sesso e emozioni, la quale sembra però aver perso la testa proprio per Mike e che si imbarca nell’impresa per vivere finalmente una vera avventura. E questo è lo strepitoso romanzo del britannico Warren Ellis: una grande, divertente, stupefacente avventura.

Sceneggiatore di comics come Thor, Ghost Rider, Wolverine, X Men, Wildcats, ma ancor più autore di fumetti culto per la  Helix (sotto-etichetta della DC) come Transmetropolitan, Ellis dimostra come gli scrittori di fumetti e romanzi siano negli States qualcosa di più di una tendenza, ma costituiscano invece e ormai un’autentica tribù di moderni stregoni della parola. Tutto questo spiega in modo efficace il perché questo sia uno dei libri più pulp usciti negli ultimi due anni.

Fra adoratori di Godzilla e omosessuali assatanati che si iniettano soluzioni saline nei testicoli per aumentarne le dimensioni, fra dialoghi in aereo con serial killer mainstream e portieri d’hotel vestiti da ninja, Con tanta benzina in vena – questo il titolo del romanzo – è un delirio sulla strada, un diario ipertrofico e completamente folle che ritrae in modo implacabile e spietato un’America alla deriva.

Un ritratto mescalino come potrebbe esserlo quello di uno scrittore che Quentin Tarantino definisce “Un portentoso uomo delle caverne in un mondo di fidanzatini di Barbie” e il cui talento sta nel proporre un ibrido devastante giusto a metà fra action thriller e sceneggiatura fumettistica, con dialoghi costantemente al limite del demenziale e sequenze destinate a far saltare gli schemi, poco ma sicuro.

Immaginate un possibile incrocio fra Chuck Palahniuk, il Charles Bukowski di “Pulp” e il Williams Burroughs di “Scimmia” e grosso modo vi sarete fatti un’idea del voltaggio di questo romanzo che, davvero, non lascia respiro e pare un pamphlet sgangherato e esaurito da un avamposto letterario sulla frontiera.

Ma al termine della lettura quello che avremo scoperto non sarà poi meno assurdo, sfrontato, agghiacciante di quello che accade in molte case del nostro pianeta ogni giorno, solo che dopo essere stati trasformati in notizie sparate sulle prime pagine dei giornali quei fatti, quelle storie, divengono un po’ alla volta leggende sbiadite e deboli, appassiscono e tornano a covare sotto la cenere del nostro subconscio.

Ellis, invece, sembra riprenderle tutte, una dopo l’altra, e riesce a riesumare le scorie di una società malata e agonizzante per farne un milk–shake supervitaminizzato da vomitarci in faccia.

Con tanta benzina in vena è allora una bomba all’idrogeno, l’ennesimo centro per Elliot che da qualche tempo a questa parte dà l’impressione di aver virato, almeno in parte, su autori che come missione paiono avere quella di fare una guerra alle regole della scrittura.

Buon per noi e nessuna scusa: comprate questo libro.