Confine di Stato di Simone Sarasso è un romanzo complesso, polimorfo, interessante, pieno di ritmo, convincente; un libro capace di riconciliare con la narrativa di genere anche i lettori più ostili
Titolo: Confine di Stato
Autore: Simone Sarasso
PP: 414
Editore: Marsilio
Prezzo: 18,00
11 aprile 1953. Il cadavere di Ester Conti, giovane rappresentante della Roma “bene” viene ritrovato sul lungomare di Tor Vajanica, a faccia in giù sulla sabbia.
Bastano pochi giorni per archiviare il caso come decesso accidentale – un malore, la caduta e poi la morte per affogamento -, ma il curioso Lorenzo Trama, squattrinato “scattino” coinvolto nelle indagini dal maresciallo dell’arma Giorgio Valenti (onesto carabiniere “misteriosamente” estromesso e trasferito), decide di far luce su una serie di punti oscuri: che ci faceva Ester Conti sola, in piena notte, sulla spiaggia di Tor Vajanica? A chi conviene chiudere il caso, e perché? Trama comincia così una serie di pericolose ricerche attraverso la Roma della dolce vita, tra barucci da “esistenzialisti” e hotel particolari, pericolosi locali notturni e appartamenti borghesi…
27 ottobre 1962, un aereo in volo tra Catania e Linate precipita nei pressi della “cascina Pertengo” di Acquagrama. A bordo c’è – c’era – Fabio Riviera, presidente dell’Eps (Ente petrolifero statale), più volte minacciato di morte per aver contrastato gli interessi delle “sette sorelle” cercando un accordo diretto con i paesi produttori di petrolio.
Un incidente? Secondo un contadino che ha assistito alla scena, l’aereo sarebbe esploso prima dell’impatto col suolo, ma una coppia di insospettabili funzionari, accorsi sul posto con provvidenziale anticipo, trovano un modo “civile” per mettere tutto a tacere…
12 dicembre 1969, ore 16:37; l’esplosione di una bomba piazzata all’interno della Banca nazionale dell’agricoltura in Piazza Fontana, a Milano, causa la morte di 17 persone e il ferimento di altre 88. La versione ufficiale parla di terrorismo d’estrema sinistra, ma gli opuscoli contro-informativi di un facoltoso editore comunista hanno da tempo predetto l’imminente nascita della strategia della tensione…
14 settembre 1972, il facoltoso editore comunista, ormai personaggio ben noto negli ambienti della cultura italiana, perde la vita nell’esplosione di un traliccio dell’alta tensione dalle parti di Segrate, apparentemente per via d’un errore commesso nell’installazione di una bomba… ma è possibile che si tratti di un semplice incidente?
C’è questo e molto altro in Confine di Stato; storie che si annodano e si sciolgono, si incontrano e divergono, si chiariscono e si velano, il tutto secondo un unico filo conduttore: le implacabili azioni di un solo, terribile personaggio, un uomo violento e folle, una pericolosa pedina tra le mani del potere.
Romanzo inaugurale di una trilogia che si prospetta monumentale (alle oltre 400 pagine del primo volume si sono recentemente aggiunte le circa 700 di Settanta…), Confine di Stato, ripercorre “a piacimento” gli angoli più bui della storia d’Italia.
D’altra parte è il metodo Sarasso, riempire i “vuoti” storiografici con costruzioni fittizie possibili, anzi altamente verosimili, e per il resto mantenersi aderente ai “fatti”: dall’omicidio di Wilma Montesi alla morte di Giangiacomo Feltrinelli, passando per il caso Mattei, l’autunno caldo, Piazza Fontana e la “caduta” di Pinelli, e servendosi di una tecnica mista – debitrice, per fermarsi ai nomi più ovvi, dei lavori di James Ellroy (in un chiaro omaggio all’autore di American Tabloid e Sei pezzi da mille, Simone Sarasso ha regalato un cammeo all’indimenticabile antieroe ellroyano Pete Bondurant) e Giuseppe Genna (alcuni brani dal forte impatto visivo ricordano l’avvio di Grande Madre Rossa) – che miscela titoli di giornale, intercettazioni ambientali, surreali dialoghi tarantiniani, influenze fumettistiche e pulp, suggestioni cinematografiche e televisive (l’autore ha recentemente dichiarato di essere stato seriamente influenzato dai nuovi serial americani…).
Il risultato? Un oggetto narrativo complesso, polimorfo, interessante, pieno di ritmo, convincente; un romanzo in grado di riconciliare con la narrativa di genere anche i lettori più ostili.