Corruzione è la migliore storia mai scritta sulla polizia. Don Winslow sforna un nuovo capolavoro e conferma di essere un fuoriclasse.
Titolo: Corruzione
Autore: Don Winslow
Editore: Einaudi
PP: 552
“Siamo tutti corrotti.
Ma ciascuno a modo suo”.
Ormai è ufficiale: la letteratura crime ha un nuovo dio e quel dio si chiama Don Winslow. Se appena due anni fa Il Cartello ci aveva fatto urlare al miracolo, Corruzione consacra definitivamente lo scrittore americano come migliore autore noir in circolazione, mentre Hollywood già sbava per portare su grande schermo questa nuova storia (si vocifera di un adattamento di David Mamet per la regia di James Mangold), osannata negli States da pesi massimi del calibro di Stephen King, Lee Child e Linwood Barclay.
Winslow è riuscito ancora una volta a fare ciò che le fascette di tanti romanzetti promettono, ossia “riscrivere le regole del genere” e l’ha fatto raccontando senza mezze misure la polizia di New York attraverso le “gesta” del corrottissimo detective Denny Malone, nuovo indimenticabile protagonista che farete fatica ad abbandonare. Un personaggio che richiama apertamente il Vic Mackey di The Shield: violento e pronto a scendere a compromessi con la malavita, con un senso della giustizia totalmente legato a propri istinti.
Malone è il poliziotto più duro della Manhattan North Special Force, conosciuta come Da Force, un reparto creato dal NYPD per mantenere il controllo in alcuni tra i quartieri più difficili della Grande Mela. Da Force, non è la Narcotici né la Omicidi e soprattutto non ha limiti: si occupa principalmente di reati legati alla droga e al narcotraffico rompendo gli steccati che spesso bloccano il lavoro delle più classiche sezioni della polizia.
New York è una giungla urbana nella quale convivono tanti piccoli microcosmi: bianchi, neri, ispanici, cattolici, ebrei, poliziotti, giudici, politici, avvocati, mafiosi, narcotrafficanti, criminali, pusher, magnaccia e prostitute.
L’unico modo per garantire l’ordine è quello di farsi rispettare da tutti con ogni mezzo possibile: alleanze, ricatti, tradimenti, omicidi. Insomma, la pace nei quartieri viene mantenuta calpestando sistematicamente le regole, ma, un giorno, come in qualsiasi dramma che si rispetti, tutto va a puttane e Malone si trova a dover fare una scelta. Tradire i suoi compagni o finire in galera?
Corruzione è un racconto nudo e crudo sulle forze dell’ordine di Manhattan e sui loro metodi e ancora una volta Winslow non guarda in faccia nessuno, mettendo al centro della storia un personaggio in chiaro/scuro che si trova a fare i conti con i propri demoni.
E in quel momento sei diventato un trafficante.
Uguale ai pezzi di merda che volevi combattere quando sei entrato in polizia.
Dicevi a te stesso di essere diverso, ma sapevi di mentire. E mentivi anche quando ti raccontavi che non avresti oltrepassato altri limiti, che quello era l’ultimo. Sapevi che non era così.
Sapevi che il prossimo gradino era quello da mangiatore di carogne a predatore.
La polizia descritta dall’autore americano assomiglia pericolosamente alla mafia, con tanto di rituali d’iniziazione, codici di comportamento ed ostentazione del proprio potere. Ma se siete in cerca del politically correct e meglio che vi rivolgiate altrove.
La penna di Winslow è chirurgica: robusta nella costruzione della trama, affilata nei dialoghi, perfetta nel mantenere sempre alto un ritmo che non si fatica ad immaginare scandito da una colonna sonora hip hop – il genere musicale preferito da Malone – con bassi che pompano a palla, metrica e rime velenose.
Come sempre il romanzo è frutto di un lungo lavoro di ricerca e documentazione al quale l’autore ha aggiunto la sua esperienza diretta come investigatore, proprio a New York, dove ha frequentato per anni poliziotti e detective. E non manca certo una forte critica al sistema ed alle sue contraddizioni.
Il sistema americano prevede che verità e giustizia si salutino se si incrociano in un corridoio, magari si scambino gli auguri di Natale, ma il loro rapporto finisce lì.
Corruzione rappresenta il perfetto punto d’incontro tra narrativa e giornalismo d’inchiesta, una nuovo fulminante crime drama in cui è impossibile distinguere il confine tra bene e male. Per il semplice motivo che ormai, quel confine, ha cessato di esistere.