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Pochi minuti dopo la sparatoria, i carabinieri erano al Lolita. Vi trovarono due corpi accasciati l’uno sull’altro, stretti in un abbraccio sanguinolento. Un altro uomo giaceva poco più in là. La scena sembrava una lite tra malviventi, forse da collegare con il ritrovamento, avvenuto qualche ora prima, di una Mercedes nera, senza targa, finita fuoristrada e nascosta nel ventre di un rudere.

Curioso fu per le forze dell’ordine trovare nel locale l’ex maestra del paese, completamente ubriaca, che venne accompagnata d’urgenza all’ospedale di Thiene per una lavanda gastrica.
Piero Pelagati, in fuga, venne fermato da una volante. Accusato dell’omicidio del cugino, venne trattenuto in carcere.
Dopo quel fattaccio, nel paese del vicentino vennero giornalisti e televisioni e Carrè per qualche tempo fu al centro delle cronache nazionali.
Inoltre da quella notte, di Antonio Bedin non si seppe più nulla: c’è chi dice che, forse grazie ad una vincita milionaria, andò a vivere all’estero, dove si sposò e mise sù famiglia. Ma la cosa passò in secondo piano, tanto era la curiosità dei media e della gente comune nei confronti degli orribili fatti di sangue accaduti.