četiri

Nel frattempo Antonio si occupava della sconosciuta che aveva sistemato nella stanza degli ospiti. L’aveva vegliata un giorno e una notte finché, alle prime luci dell’alba, la donna aveva aperto gli occhi. Appena vide il volto del ragazzo, si contrasse sul letto come morsa da un serpente. Il cavaliere del pane sfoderò un italiano forzato: -Io sono Toni,- le disse battendo la destra sul petto– e tu? Come ti chiami? La ragazza si guardava attorno senza dare risposta. Antonio le allungò una tuta da ginnastica dell’Adidas, che portava da ragazzino negli anni ’90 e che fino a quel giorno aveva dimenticato di avere, e le indicò il bagno. Poi andò in cucina a preparare il caffè. La donna tastò nelle tasche dei pantaloni e vi estrasse un busta trasparente, colma di polvere bianca. Quindi entrò nella doccia con la camicia. Lasciò che l’acqua lavasse via il sangue. Ricompose nella mente ciò che era accaduto due notti prima. Ripensò al volto del figlio rigato di lacrime, quando a tre anni si era sbucciato le ginocchia cadendo dal triciclo. -Potrai tornare da lui- era la promessa del russo, -smercio la droga e ti riporto a casa. Svinjski! Ora i piani erano cambiati. Doveva salvarsi la pelle. Guardò la busta di cocaina appoggiata sopra la lavatrice: decise che l’avrebbe nascosta in un luogo sicuro.
Antonio entrò in camera mentre lei si stava rivestendo e si trattenne un istante ad osservare i capelli umidi, ora di un arancio intenso, gocciolare sulle spalle non ancora coperte dalla felpa verde. – Ora io vado a lavorare,- disse posando gli occhi sul pavimento – tu stai qui, fai colazione e ti riposi. Va bene? La donna annuì. – Mi chiamo Mia- dichiarò.
Il cavaliere del pane sorrise ed uscì: era già in terribile ritardo.
Per tutta la mattina egli non fece che pensare alla sconosciuta. Così prima di terminare il giro consueto, decise di passare per casa, per assicurarsi che la ragazza stesse bene.
Qui di lei non c’era più alcuna traccia, se non un post it accanto ad una brioches mangiucchiata. “Grazie, mi rifarò viva. Saprò come ricompensarti”. Antonio si fiondò in strada con la sensazione di avere il cuore strappato.
-Toni, non te me porti mia el pan stamatina?- Urlò una voce di donna da una finestra di fronte. -Go prèssa!- Rispose lui, ormai già a bordo del fiorino ancora colmo di buste di pane fragrante, appena sfornato.