Devet
Sono le nove e mezza quando Antonio entra. Il locale è semivuoto. Il ragazzo si stringe nel vestito, guarda il mazzo di rose e prende coraggio. Poi si rivolge alla barista chiedendo di Mia. La donna risponde che non c’è nessuno con quel nome. Toni prova ad insistere. La barista lo osserva tenendo le braccia mascoline stese sul bancone. A lei, che di sfigati innamorati delle ballerine ne aveva visti a decine, quel ragazzotto, gonfio nel suo abito come uno gnocco ripieno, fa quasi tenerezza. Sposta il ciuffo ossigenato con uno sbuffo. Il suo alito sa di tic tac e sigaretta -Senti ragazzone,- gli dice avvicinandosi- torna in campagna, qui se alzi un po’ la voce passi brutti guai, è meglio per te se te ne vai subito. Vattene!
Antonio esce a testa bassa, appesantito dal sospetto. Torna nel fiorino a pensare, incapace di darsi pace.
Trascorrono circa un paio d’ore, quando vede passargli accanto l’inconfondibile Panda rossa della maestra Rita, la sua insegnante delle scuole elementari, che si ferma nel parcheggio del locale. La maestra, in abito da sera, esce dall’auto seguita da un signore con il volto nascosto dal cappello. Possibile?
Toni rientra nel night e prende posto nel primo tavolo che vide. La maestra Rita se ne sta più avanti, sotto il palco, l’uomo al suo fianco le cinge il braccio. La donna beve disperatamente. Il ragazzo osserva che in pochi minuti manda giù almeno cinque bicchieri di animanera.
Sul palco una ragazza bruna in pantaloncini ascellari, un annaffiatoio in mano e una bandana in testa, danza a ritmo di musica, sfrofinando la fica su un tappeto di erba finta. Solleva il piccolo annaffiatoio e si bagna la maglietta d’acqua, quindi sfila la t-shirt, rivelando due tette lucide come pompelmi. Antonio si guarda intorno, imbarazzato. Non ha ancora fatto l’amore con una donna.
Ad un tratto ecco apparire Mia, fasciata da una luce lattea. Dal soffitto sopra il palco pendono due lunghi nastri bianchi. La ragazza è coperta da un’impalpabile veste di neve che permette di intravedere i seni e la linea asciutta dei fianchi. Mia inizia ad arrampicarsi sulle stoffe, facendo roteare il bel corpo con la leggerezza di una farfalla. Per qualche secondo Toni dimentica il mondo.
Poi accade l’irreversibile. L’uomo con il cappello si avvicina a Piero Pelagati e gli assesta un dritto in pieno volto, atterrandolo. Balza sul palco, afferra la ballerina e se la pone davanti come uno scudo. Estrae una lama dalla tasca e la passa leggermente sul suo bel collo, rigandolo appena di una striscia vermiglia. Denis Pelagati punta il revolver contro il russo, gli intima di stare fermo, gli strizza l’occhio.
I clienti scappano fuori dal locale come granelli di sabbia soffiati via dal vento. Tutti tranne il cavaliere del pane e la maestra in pensione. La signora Rita rimane stravaccata sulla sedia sotto il palco, ormai completamente ubriaca, con la folle convinzione di trovarsi a teatro. Antonio, spalmato sul pavimento in un angolo buio, spia la scena.
Il boss calabrese si fa avanti nella sala, estrae la sua beretta e la punta alle spalle di Denis.
-Muori, maledetto cane! Magnagatti di merda!- Ringhia. E spara. Il ragazzo si gira verso il boss e cade a terra in un unico movimento. Prende il colpo in faccia, la pallottola gli apre una voragine nell’occhio sinistro.