Dai Romantici a Segantini, la mostra a cura di Marco Goldin al Centro Culturale San Gaetano di Padova fino al 5 giugno 2022.

«L’Ottocento è il secolo della natura», così apre Marco Goldin il suo Il giardino e la luna. Arte dell’Ottocento dal romanticismo all’impressionismo, vastissimo ed articolato affresco sulla pittura del XIX secolo, edito da La Nave di Teseo.

Una Natura che affascina e inquieta, l’esaltazione dell’orrido, l’orlo dell’abisso che disvela ad ogni essere umano molto di più di quello che gli si dipana davanti agli occhi. Sono i sentimenti che scatena nella sua mente, che, insieme alla bellezza e inafferrabilità davanti ai suoi occhi, si fanno emblema di quello che diventerà uno dei tratti salienti del Romanticismo: il sublime.

Dal romanticismo al simbolismo, che si fa arte della psiche, è il viaggio in cui Goldin vuole condurre lo spettatore nella mostra Dai Romantici a Segantini.

Da gennaio ai primi di giugno nelle sale del Centro Culturale San Gaetano a Padova – questa l’ultima settimana in cui poterla ancora vedere prima del finissage – con un allestimento rilassante per gli occhi e inebriante per la mente, con punto di forza delle luci in grado di valorizzare senza distorcere le opere, l’esposizione fa parte di un progetto più ampio per Linea D’ombra e Goldin.

Un viaggio fra Ottocento e Novecento

Un viaggio fra Ottocento e Novecento dal titolo “Geografie dell’Europa”, iniziato con la precedente mostra su Van Gogh, cui manca il tassello finale dopo la chiusura di questa esposizione dai tratti originali, fatta di paesaggi, montagna, ghiacciai, ritratti intimi, di autori scelti dal grande collezionista Oskar Reinhart.

Dalla sua collezione arrivano le settantacinque opere esposte in mostra a Padova. Sette sezioni tematiche, cronologicamente distese lungo i decenni, che consentiranno al visitatore di “appropriarsi” dell’arte svizzera e tedesca dell’Ottocento.

«La mostra è – a indicarlo è ancora il suo curatore – un racconto appunto nuovo e pieno di fascino per il pubblico italiano, che verrà condotto a viaggiare, attraverso opere di grande bellezza, entro una pittura che dalla strepitosa modernità dei paesaggi di fine Settecento in Svizzera di Caspar Wolf, che quasi anticipa Turner, arriva fino a Segantini.

In mezzo, una vera e propria avventura della forma e del colore, con paesaggi meravigliosi e ritratti altrettanto significativi. Come detto, procedendo poi dal romanticismo ai vari realismi sia tedeschi sia svizzeri. Quindi, vere e proprie sezioni monografiche come quelle dedicate a Böcklin e Hodler, fino all’impressionismo tedesco e alle novità, francesizzanti, del colore di pittori svizzeri come Cuno Amiet e Giovanni Giacometti, il papà del grande scultore Alberto.

Tra Hodler e Segantini nasce la devozione emozionata per la montagna che è insieme spalto fisico e categoria dello spirito. La mostra ne ha dato ampia e appassionata testimonianza, innalzando così alla natura un vero e proprio inno».

Le bianche scogliere di Rügen

La sezione più importante, quella con cinque opere di Caspar David Friedrich, tanto che le sue Le bianche scogliere di Rügen è stata scelta come copertina del catalogo, ci ha avvolto in quella Natura, talmente bella e emblematica, pericolosa, e più grande, da far stordire.

I ritratti di Anker e Hodler, due artisti svizzeri, in cui il silenzio si fa meraviglia, donano tenerezza, e i dettagli della Natura, ci riportano a un secolo in cui forma e contenuto andavano ancora a braccetto.

Per giungere al terzo capitolo del progetto di Goldin era necessario fare un percorso, fra le Storie, quelle di Segantini e della sua montagna, di luna e poi di sguardi e di montagna, sottotitolo scelto per l’esposizione.

Un percorso, inedito per il pubblico italiano, fra le montagne tedesche e svizzere, fra paesaggi incantati e ritratti che colpiscono per approdare a nuovi lidi, lasciando da parte per un attimo quel che stava accadendo in Francia, e ritrovando una pittura legata al reale, da cui ci si stava allontanando, immersi nella Natura e nel suo ritmo più lento.

La mostra, peraltro, è stata anche l’occasione anche per visitare Padova tout court, recentemente riconosciuta Patrimonio Unesco per il suo ciclo d’affreschi trecentesco della “Urbs Picta”.