LA CASE Books pubblica la 1a edizione italiana dei viaggi del marinaio olandese Jan Struys. Un libro che racconta la Russia e la Persia del ‘600, ma i viaggi di Struys ci dicono molto anche della Russia e dell’Iran di oggi.

Ha senso, oggi, raccontare di Russia e di Persia? Partendo da questa domanda provocatoria, Francesca Chiesa e Dino Dal Molin hanno deciso di curare la prima edizione italiana dei viaggi di Jan Janszoon Struys, marinaio olandese che si muove dalla Russia alla Persia tra il 1668 e il 1670.

I curatori dell’opera hanno scoperto il testo di Struys in maniera del tutto casuale: “Abbiamo acquistato l’edizione francese del 1681 dei viaggi di Struys nel 1994 a Teherān” racconta Dino Dal Molin. “Stavamo cercando in un un deposito di vecchi numeri di Topolino Mondadori sfuggiti alla censura dei pasdarān, quando ci siamo imbattuti in una ricca raccolta di secentine, probabilmente appartenuta a un notabile dell’ancient régime”.

“A Struys ci siamo affezionati subito” continua Francesca Chiesa. ”e quando siamo stati trasferiti da Teheran a Mosca, questo libro è stato un compagno di viaggio che ci ha consolato per avere perso l’Iran, aiutandoci a scoprire almeno una delle tante Russie esistenti. A Teherān la vita era stata facile, chiusi in uno speciale paradiso per espatriati, fatto di ville e piscine, feste e gite, panorami stupendi e città incantate. Mosca fu tutta un’altra cosa, la realtà ci camminava a fianco”.

La prima edizione italiana

Pubblicati la prima volta ad Amsterdam nel 1676, i racconti di Struys hanno riscosso un immediato successo in Francia e Inghilterra. Non in Italia, dove non risulta sia mai stato tradotto. In Italia del resto l’epoca d’oro delle Repubbliche marinare era tramontata da un pezzo, i problemi erano ben altri e non ci si poteva curare di quanto stava accadendo in Russia, in Persia e negli altri mondi di cui racconta Struys. Semmai, un interesse per quelle terre si mantenne in ambito diplomatico ed ecclesiastico.

“Siamo molto orgogliosi di questo titolo” commenta Giacomo Brunoro, direttore editoriale di LA CASE Books. “Quando Francesca mi ha parlato dei viaggi di Struys sono rimasto subito incuriosito, dato che non lo conoscevo. Mano a mano che lo leggevo sono stato conquistato dalle avventure del marinaio olandese, ma anche da un testo che permette di andare più a fondo nella storia di Russia e Iran. Struys non è un uomo colto, è un semplice marinaio che racconta quello che vede, ma proprio questa sua semplicità ci permette di vedere senza preconcetti due realtà culturali così complesse e stratificate. E poi la storia personale dei due autori, che hanno vissuto a lungo a Teherān e a Mosca, permea tutto il testo di una sensibilità unica”.

Torniamo quindi alla domanda iniziale: Ha senso, oggi, raccontare di Russia e di Persia? Eccome come risponde Francesca Chiesa:Purtroppo sì. I secoli trascorsi dal viaggio di Struys, e gli anni che ci separano dalla nostra esperienza iraniana e moscovita, sembra abbiano definito e consolidato un destino comune per queste nazioni. Diverse in tutto ma tragicamente accomunate da una concezione divina del potere che in Occidente è stata per sempre cancellata dalla Rivoluzione Francese”.

Il libro

  • Titolo: Dalla Russia alla Persia: storia di un viaggiatore per caso
  • Sottotitolo: Peripezie di un marinaio olandese al tempo di Alessio I Romanov e Suleiman I Safavide
  • Autore: Jan Janszoon Struys
  • A cura di Francesca Chiesa e Dino Dal Molin
  • PP: 306
  • ISBN: 9781953546050
  • Prezzo: cartaceo 12,99 €
  • Distribuzione: il volume cartaceo è in vendita su Amazon (spese di spedizione gratuite per gli utenti Prime), l’eBook sarà disponibile a partire dal 1 giugno 2023 su Kindle Store (Amazon), Apple Libri, Google Play Store, Kobo Books, inMondadori, laFeltrinelli e in tutti i principali store digitali.

Francesca Chiesa e Dino Dal Molin

Francesca Chiesa, Padova classe ’55, e Dino Dal Molin, Mestrino classe ’54. Come sempre accade si sono incontrati al liceo (Tito Livio), si sono persi di vista e poi lei è ritornata a cercarlo, certa che lui la stesse aspettando. Non c’è voluto molto per decidere che la professione di lei, alle dipendenze del Ministero degli Affari Esteri, fosse più adatta per due giramondo rispetto a quella di lui, che fino ad allora aveva allenato squadre di volley maschile e femminile. Quindi se ne sono andati vagando, tra Iran e Russia e poi Libia, Eritrea e Kenya, per finire in Grecia dove tuttora vivono