Dante enigma, la recensione in anteprima del nuovo attesissimo romanzo storico di Matteo Strukul pubblicato da Newton Compton.
Dante Enigma, il nuovo romanzo storico di Matteo Strukul, ci presenta una serie personaggi perseguitati dal fato e dalla stringente logica della storia politica.
Strukul aggiunge un altro importante tassello alla sua saga storica italiana, stavolta dedicato a Dante Alighieri e a Firenze: il romanzo si inserisce a sua volta nella cornice delle celebrazioni dantesche, date dal settecentesimo anniversario della morte dell’autore che ha forgiato l’immaginario continentale (1321-2021).
Un thriller storico che racconta un personaggio centrale della cultura mondiale
La particolarità, anzitutto, è data dalla forma del romanzo: alle (eccessivamente?) numerose divulgazioni saggistiche di questo periodo Strukul preferisce il libro della vita di Dante, ambientato nel 1288, per un arco temporale che si conclude nel 1293.
Dante, protagonista a tutto tondo di un fosco thriller storico, ha tutti i crismi del personaggio centrale (non si faticherebbe a immaginarlo protagonista di un fumetto o di un videogioco, fatto peraltro già verificatosi): lacerato interiormente, tutt’altro che abbiente, è un combattente per la libertà e la dignità e ama di un amore tendente alla purezza la donna Beatrice.
È anche un reduce di guerra, e vive con Gemma Donati, che ammira, ma nulla di più. Durante lo svolgersi della trama (che ovviamente sfocia nella battaglia di Campaldino), incrocia il proprio percorso con alcuni personaggi dell’arte, della letteratura e della politica (Cavalcanti, Giotto; eccitante espediente cui ci ha abituati Strukul).
L’aspetto spicy del romanzo storico risiede proprio nelle forti aspettative del suo pubblico: i lettori vogliono accrescere la loro cultura, cercano affamati una grande quantità di dati, ovverosia personaggi realmente esistiti, date, avvenimenti. E politica.
Una narrazione avvincente
Come accennato, Strukul non è nuovo a questo genere di narrazioni, dal momento che si è dedicato con grande successo di critica e di pubblico alla saga italiana dei Medici prima e dei Borgia poi.
Più volte qualificato come grande romanziere d’avventura, ad avviso di chi scrive questa osservazione può apparire riduttiva: lo scrittore ha formazione giuridica e costituzionale (con particolare riferimento al diritto europeo), e ciò volente o nolente emerge dal suo sguardo acuto nei confronti dei grandi mutamenti sociali e degli episodi cruciali dati da una strana mistura: la psicologia dei protagonisti storici e il cosiddetto inevitabile, ovverosia il cambiamento sociale.
Dante enigma, un guerreggiante western dantesco
Questo metodo si rivela assai efficace sul piano scientifico, ma soprattutto avvincente su quello narrativo, perché nel romanzo fiume l’autore non si smarrisce mai, e nel mischiare passione e logica fa arrivare il lettore dritto al punto, con maestria (senza ripetizioni e senza errori concettuali, difetti che purtroppo caratterizzano altre opere e autori del medesimo genere, afflitti da sfilacciamenti ed eccessi di letterarietà).
Infine, la poetica di un autore, pur in un romanzo tranchant come questo, non può mai evitare di fare capolino, e sicuramente il modo di fare Storia sembra affiancarsi a sensazioni vagamente weird, che richiamano la desolazione senza tempo de La sfera del buio di Stephen King.
Ergo menzione speciale va fatta a un autore italiano, che parla dell’Italia, stagliandosi come protagonista del romanzo in uno scenario letterario mondiale. Dal 3 maggio, i lettori potranno immergersi in questo guerreggiante western dantesco: buona lettura.