Diamanti grezzi, un film da riscoprire in tempi di quarantena. La recensione di Massimo Zammataro.

Diamanti grezzi è un film a dir poco sorpendete. Dal titolo nessuno direbbe di trovarsi davanti ad un vero gioiellino.

Howard Ratner è un gioielliere che gestisce un negozio nel Diamond District di Manhattan.

Incallito giocatore d’azzardo, marito e padre di famiglia con villa nei sobborghi, adultero con l’amante in città, Howard, ebreo perennemente braccato dai debitori, compresa la mafia, si muove con agilità tra allibratori e banchi dei pegni (gestiti da ebrei) dribblando quando possibile chi lo cerca, anche rifilando loro sòle, per racimolare denaro da piazzare sulle sue mega scommesse.

Diamanti Grezzi è a tutti gli effetti un noir tragico e disperato come il suo protagonista, che si dimena in una dicotomia tra la consapevolezza di viaggiare sull’orlo del baratro (o di esserci già caduto) e la certezza incrollabile che tutto non può andare sempre male.

Howard ce la mette tutta, a modo (sbagliato) suo, e vorrebbe essere l’ottimista che sembra vedere sempre rosa ma, dietro quel sorriso posticcio e la parlantina a raffica, trasuda una disperazione infinita.

Adam Sandler, nei panni di Howard, è grandioso, lontano anni luce dalle sue commedie e dalla sua comicità politicamente scorretta a cui siamo abituati.

Sandler interpreta una figura tragica e grottesca, miope nella vista e con quei dentoni che non riescono a scomparire dietro l’eccesso dell’abbigliamento e dell’atteggiamento apparentemente sicuro da uomo di successo.

Tra dialoghi a mitraglia e un vorticoso movimento di inquadrature e situazioni, devo dire che nei primi minuti ho avvertito un momento di spaesamento, come se fossi su una gigantesca giostra delle tazze lanciata a cento all’ora. Poi ci si abitua, ma ci si tiene aggrappati lo stesso.

Dovendo dare una succinta definizione, direi che Diamanti Grezzi è il film che dichiara a chiare lettere che la fortuna è cieca, ma la sfiga ci vede benissimo.

Il film, disponibile in streaming su Netflix, consigliato soprattutto ai pessimisti cosmici come il sottoscritto…

A presto, amici. Stay safe and stay Sugarpulp!