Diego Maradona, il documentario sul Pibe de Oro girato da Asif Kapadia, arriva a Cannes dove il regista aveva già presentato il suo documentario Amy (Premio Oscar 2016).
Il doc su El Pibe de Oro, #DiegoMaradona, arriva fuori concorso a #Cannes72, girato dalla mano fatata di Asif Kapadia, che con il documentario su Amy Winehouse, presentato proprio sulla Croisette nel 2015 e Premio Oscar 2016, aveva mostrato le luci e le ombre dietro un mito.
E la filosofia del regista riesce anche in questo film-racconto svelarci l’anima dell’Uomo che sta dietro alla Leggenda.
“Non l’ha fatto Maradona, l’ha fatto Dio”. Così dichiarava nei suoi anni d’oro, Diego Armando, quelli di un’ascesa che sembrava irrefrenabile per Maradona, il cui talento pareva davvero essere senza fine, ma poi il mito cade e lo fa così profondamente da rendere davvero l’idea di quanto “il prezzo per essere famoso sia pesante”.
Come anticipa nel trailer il regista che conduce lo spettatore a scoprire l’anima più fragile del giocatore, tra immagini private, interviste inedite, ritratti di vita personale, e la ricompone mettendo assieme, come in un puzzle, pezzi di oltre 500 ore di filmati mai visti prima dall’archivio personale di Maradona con il pieno supporto dell’ex calciatore.
A supportare il lavoro di Kapadia, il suo team, quello con cui ha già vinto l’Academy Award e il Bafta, con i lavori incredibili fatti su altri due personaggi “mito” come Senna e Amy.
IL MIGLIOR GIOCATORE DEL MONDO
Considerato il miglior giocatore al mondo, soppiantando nell’immaginario Pelè, Diego Armando Maradona, nato il 30 ottobre del 1960, da quando ha messo piede in campo nella sua Argentina ha iniziato a brillare. Ma a Barcellona fallisce, viene considerato un giocatore problematico, troppo interessato alle feste.
È a Napoli che il suo genio esploderà in ogni senso. Il 5 luglio 1984 arriva nella città che lo adotta, appassionata e pericolosa, come è lui, una coppia perfetta, insieme scateneranno l’inferno. Per sette anni Diego infiammerà Napoli, porterà a questa città al primo mitico Scudetto.
Sul campo Maradona è un genio, e fuori dal campo per Napoli è un Dio. Carismatico, sopra le righe, senza regole, eccessivo, Maradona, al centro di puro fanatismo, si ritroverà a pagare un prezzo… e se in campo fa miracoli, i giorni più bui iniziano a farsi strada nella sua vita, e l’altra faccia della medaglia emerge.
Insieme a Asif Kapadia, a produrre il documentario ci sono James Gay-Rees e Paul Martin, a montarlo Chris King, mente le musiche sono di Antonio Pinto, compositore brasiliano. Sarà in sala a settembre, distribuito nei cinema italiani da Nexo Digital e Leone Film Group.
DIEGO CONTRO MARADONA
La parabola di vita del “più grande di tutti”, così ne scrivevano i giornali, divenuto “Satana”, “Lucifero” o semplicemente “l’antipatico”, riemerge fra filmati di amarcord di partite, radiocronache originali, testimonianze, fra cui anche quella della sorella, riprese negli spogliatoi con l’immancabile Giampiero Galeazzi.
Kapadia disegna così due figure: quella di Diego, un ragazzo povero e timido, e quella di Maradona, la star mondiale del pallone, sfrontato, sbruffone, sicuro perché non può non esserlo.
C’è chi conosce l’uno, chi conosce l’altro, chi sa di entrambi, fra le dichiarazioni della ex moglie, e l’amico e collega Ciro Ferrara, dalle baracche di Villa Fiorito alla Coppa del Mondo, sollevata per l’Argentina a Messico ’86, Diego Maradona arriva a toccare i punti più bui: legami con la camorra, i rolex che gli piovevano addosso, i festini, la droga, fino a quel Mondiale di Italia ’90, a quella finale che fu per tutti “rubata”, grazie a un rigore inesistente.
Così la sua aurea si sporca, e l’etichetta di “infame” gli resta addosso, arriva l’odio, vero, i controlli antidoping, la magistratura. E il clamore attorno si fa silenzio, allora dietro a Maradona rimane solo Diego, abbandonato, anche nel fisico, stravolto.
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