Dimentica il mio nome, il nuovo libro di Zerocalcare, è un’ulteriore conferma del grande talento del fumettista romano, ormai sempre più idolo delle folle.
Campeggia già da qualche settimana, sugli scaffali delle librerie e fumetterie, il nuovo bel libro di Zerocalcare intitolato Dimentica il mio nome, dato alle stampe come sempre da Bao Publishing, editore ormai storico del fumettista romano.
Dimentica il mio nome è un’opera cui calzano molti aggettivi. È un libro denso, divertente, a tratti tenero. Un felice punto d’approdo al termine di un percorso di sperimentazione e auto-affermazione, iniziato con il primo fortunato volume La profezia dell’armadillo.
Ancora una volta Zerocalcare attinge al bacino del suo vissuto per intessere una storia dai risvolti vagamente mistery. Si parte dalla dolorosa perdita della nonna, ci si addentra nel successivo faticoso processo di elaborazione del lutto, attraverso un tortuoso sentiero che, inaspettatamente, porta il protagonista alla scoperta di uno scorcio di storia familiare fino a quel momento rimasto taciuto.
In questo come negli altri libri di Zerocalcare (in primis La profezia dell’armadillo), sembra di assistere a una sorta di autoanalisi, ma condotta senza mai cadere nel patetico e sempre aggrappati al salvagente dell’ironia.
Scrivere è un buon modo per esorcizzare certi demoni. Li tiri fuori e li imprigioni tra le pagine di un libro, o le tavole di un fumetto, per impedirgli di fuggire e tornare a macerarti dentro. Una specie di terapia, ma creativa. E mostri e demoni sembra che Zerocalcare ne voglia tirar fuori parecchi, fissandoli per sempre nelle sue tavole zeppe di china e mettendoci dentro un pezzo importante della sua vita.
La tecnica narrativa è la stessa degli altri volumi già pubblicati: una trama orizzontale sviluppata attraverso piccoli episodi in cui lasciarsi andare a digressioni, spesso inseguendo felici spunti comici. C’è lo Zerocalcare di sempre, e tutto il suo mondo: Rebibbia, gli amici, le fisse, la cultura pop della generazione ’80, la sua immancabile voce razionale rappresentata dal pedante armadillo.
Dimentica il mio nome è un libro che sotto molti punti di vista celebra la maturità: come fumettista in primo luogo ma,anche, con una punta di sorpreso autocompiacimento, come persona.
Non muoio finchè non sarai diventato un uomo, dice Mami a suo nipote Zero. E dunque, ora che non c’è più, le cose sono solo due: o si sbagliava, e se n’è andata via prima del tempo, oppure quella linea è superata, e tutto a un tratto si è cresciuti. Questo il dubbio che attraversa Zerocalcare pagina dopo pagina, ed è in fondo il dubbio con cui facciamo i conti tutti, prima o poi.
Zerocalcare racconta una storia fantastica, ma parla di cose che chiunque può sentire sue. In ciò sta forse il suo grande appeal. In più la racconta con un grande senso dell’umorismo, e questo lo sanno fare in pochi.
Ridere e far commuovere sono gli effetti più ricercati dagli scrittori, proprio perché così difficili da raggiungere. Zerocalcare riesce assai bene in entrambe le cose, ed è la migliore definizione del suo grande talento.