A Lucca si è parlato anche del ruolo dei disegnatori italiani nell’immaginario supereroistico internazionale, che è più rilevante di quanto si creda.
I disegnatori italiani ormai da molti anni sono tra i grandi interpreti del fumetto supereroistico internazionale. Sono tanti infatti gli artisti che lavorano con le più importanti case editrici statunitensi, Marvel e DC Comics in testa.
Uno degli incontri più interessanti di questa edizione di Lucca Comics & Games è stato proprio quello tra Marco Checchetto, Giovanni Timpano e David Messina, con Matteo Stefanelli a moderare. Un incontro in cui si è chiacchierato non solo sul ruolo dei disegnatori italiani nel mercato USA, ma anche del fondamentale lavoro di character design fatto dai nostri artisti su alcuni dei più importanti personaggi delle varie teologie supereroistiche.
Non solo fumettisti
Tantissimi i temi toccati dai disegnatori durante l’incontro, a partire dal fatto che molto spesso il ruolo di disegnatore e quello di charachter designer si incrociano in maniera indissolubile.
C’è chi ama questo aspetto e lo fa in maniera naturale come Checchetto (a volte mi viene chiesto di creare nuovi personaggi e lo faccio velocemente senza pensarci troppo, altre volte invece è un procedimento più complesso e articolato), chi invece odia dedicarsi alla creazione grafica di un personaggio come Timpano (odio il character design: io voglio una sceneggiatura da disegnare, voglio fare fumetti, non voglio fare il chartacter designer!), e chi infine come Messina deve confrontarsi con una realtà produttiva estremamente complessa e quindi deve dedicare molto tempo allo studio dei personaggi (se lavori a un progetto per delle action figures devi per forza tener conto di aspetti che non dipendono da te quando curi il design di un personaggio, così come quando fai parte di un progetto che coinvolge contemporaneamente film, fumetto e videogioco).
Non è facile disegnare personaggi con una storia pluridecennale
Quello che è certo è che quando si ha che fare con proprietà intellettuali complesse e stratificate bisogna tener conto di infinite varianti, a partire da tutti i manuali che sono stati redatti negli anni e che spiegano in maniera dettagliata come si devono disegnare determinati personaggi.
Per chi lavora con un franchise come Star Trek ad esempio questo può diventare un vero e proprio incubo, dato che i fan sono attentissimi ad ogni più minimo dettaglio (qualcuno per caso sa quanti metri misurano i portelloni posteriori di ingresso della USS Enterprise?), ma anche avere a che fare con l’universo di Star Wars non è affatto semplice.
Nel corso dell’incontro sono emersi un mare di aneddoti divertenti sul lavoro quotidiano dei disegnatori, costantemente alle prese con scadenze da rispettare, minimi dettagli da curare con precisione e fan da soddisfare.
La magia del fumetto tra passione, duro lavoro e divertimento
Personalmente sono stato piacevolmente sorpreso dai disegnatori che hanno animato il dibattito perché hanno dimostrato di essere artisti a tutto tondo, non solo dei grandissimi professionisti.
Tutti e tre infatti hanno dimostrato una perfetta consapevolezza del loro ruolo e dei complessi meccanismi che regolano oggi l’industria del fumetto, ma anche delle mille implicazioni diverse con cui inevitabilmente si deve aver a che fare quando si lavora con proprietà intellettuali così strutturate.
Del resto stiamo parlando di tre disegnatori straordinari, ognuno con uno stile ben definito, con caratteristiche e personalità diverse.
Su un punto però sono tutti perfettamente d’accordo: quando prendono la matita in mano lo fanno con lo stesso spirito con cui da bambini disegnavano Spider Man sui loro quaderni.
Credo che questa sia la vera magia del fumetto, quella passione che brucia dentro a chi riesce a fare un lavoro complesso con estrema professionalità senza però mai smettere di divertirsi.