Dracula cerca sangue di vergine… e morì di sete!!! La recensione di Danilo Villani del film cult di Andy Warhol
La recensione di Dracula cerca sangue di vergine… e morì di sete!!! di Andy Warhol vuole essere il mio piccolo contributo, da lontano, ai due workshop dedicati ai VAMPIRI organizzati da 800 Padova Festival.
Correva l’agosto 1974 e io mio trovavo in vacanza nel Connecticut. Girando per la cittadina, vidi sull’insegna di un cinema il titolo del film “Flesh For Frankenstein” seguito dalla sigla 3D. Incuriosito dalla cosa chiesi a mio cugino se fosse stato possibile vederlo. E così la sera stessa indossai per la prima volta gli occhiali polarizzatori.
Il film era una parodia erotica con abbondanti tocchi di splatter del capolavoro della Shelley che all’epoca, ero sedicenne, mi attrasse esclusivamente per l’esperienza tridimensionale e per le procaci forme di una quasi esordiente Dalila Di Lazzaro.
Qualche anno dopo mi imbattei in una VHS dal titolo Dracula cerca sangue di vergine… e morì di sete!!! e la cosa che destò la mia attenzione furono i protagonisti, Joe Dallesandro e Udo Kier nonché il regista Paul Morrisey ovvero gli stessi della succitata pellicola.
Due cult firmati Andy Warhol
Qualche decennio dopo, grazie al web, ebbi il quadro completo del contesto. I soggetti di entrambe le produzioni, furono partoriti dalla mente di Andy Warhol.
Carlo Ponti, all’epoca uno dei grandi big shots della produzione cinematografica mondiale, ne venne in possesso e decise per lo shooting. Entrambi i film non ebbero un grosso riscontro in termini di critica e pubblico ma furono considerati come riferimenti per opere a venire: il regista di Knoxville e due fratelli romani tanto per citare degli esempi.
Dracula cerca sangue di vergine… e morì di sete!!!, il film
Il conte Dracula, in quel di Transilvania, si sta lentamente spegnendo. Il problema è la mancanza di sangue di ragazze vergini, cosa che in Romania è diventata una vera rarità. Su consiglio del suo servitore, Anton, che lo ragguaglia sul fatto che in Italia, paese religioso, quasi tutte le ragazze si mantengono caste e pure in attesa del matrimonio, il conte si trasferisce, con tanto di bara al seguito, in una non precisata località del Nord.
Qui viene ospitato dal marchese di Fiore, padre di quattro figlie, che vede nel conte la soluzione ai suoi problemi finanziari data l’opportunità del matrimonio di una delle quattro ragazze con il conte stesso. Peccato che due sorelle abbiano già gustato il piacere del sesso con Mario, aitante campiere/tuttofare, che intravede nel conte un potenziale nemico…
Lotta di classe tra splatter e erotismo
Sulla falsariga della precedente opera, il film ricalca gli stessi temi ovvero il diverso nella figura del conte e l’ossessione di continuare a perpetrare la sua esistenza.
Ma è presente anche il lato politico: siamo nei primi anni ’20 del XX secolo e gli echi della rivoluzione d’ottobre si sono riverberati ovunque. Si parla di lotta di classe, di proletariato. Viene evidenziata l’inerzia della nobiltà di fronte ai cambiamenti.
Anche qui Morrisey, fedele alla sua linea, non disdegna lo splatter e l’erotismo con abbondanti esposizioni di corpi maschili e femminili.
Tra i protagonisti è presente Vittorio De Sica, nella sua ultima performance, nonché, in un cameo non accreditato, Roman Polanski, questo a testimonianza delle aspettative riposte dalla produzione.
Stoker lo manda a Londra, Morissey presumibilmente in Romagna, i Manetti Bros. a Ostia.
Troverà mai pace il conte?