Educazione Siberiana è un romanzo che colpisce senza mezzi termini, portando alla luce gli aspetti sconosciuti di una cultura affascinante ed inquietante

Educazione SiberianaTitolo: Educazione Siberiana
Autore: Nicolai Lilin
Editore: Einaudi (Super ET)
PP: 343
Prezzo: 12,50 euro

“… la vera arte è una forma di protesta, quindi ogni opera d’arte deve creare contraddizioni, far discutere. Per la sua filosofia, il tatuaggio criminale era la forma d’arte più pura che esisteva al mondo. La gente odia i criminali, però ama i loro tatuaggi”.

Premessa: se volete leggere Educazione Siberiana fatelo senza preconcetti, cercando il più possibile di concentrarvi su quanto viene raccontato più che sulla veridicità o meno degli eventi narrati.

Focalizzatevi esclusivamente sull’emozionante storia che Lilin vuole farci conoscere, cercando di assaporarne le sfumature, i particolari e il pathos che letteralmente fuoriesce dalle pagine.

La vicenda, autobiografica, è incentrata per lo più sull’infanzia e l’adolescenza “formative” di Nicolai (soprannominato Kolima) all’interno della comunità criminale degli Urca Siberiani, stanziata nella regione della Transnistria, regione dell’ex Repubblica Socialista Sovietica Moldava.

Nella comunità vigono ferree leggi non scritte, che devono essere rispettate senza eccezioni. I “criminali onesti”, come si definiscono gli Urca stessi, vivono secondo dei precetti tramandati di generazione in generazione, assieme a molte conoscenze proprie della cultura siberiana. Tra queste nozioni le più affascinanti riguardano senza dubbio l’arte dei tatuaggi, un vero e proprio mondo a parte, arte raffinata per raccontare la vita di una persona attraverso splendidi disegni marchiati sulla pelle.

Nel titolo Educazione Siberiana sta proprio il sunto di quello che Nicolai Lilin vuole farci vedere attraverso gli occhi di un gruppo di ragazzini cresciuti troppo in fretta, introdotti alla vita criminale da adulti rigorosi e assai distanti dal violento bisogno di ribellione giovanile.

Splendida la descrizione del rapporto tra il protagonista e il nonno Kuzja, capo della comunità e vera guida spirituale. Nel corso della narrazione traspare un forte senso di devozione misto ad affetto nei confronti dell’anziano, portatore di un sapere che Nicolai desidera apprendere più di ogni altra cosa.

Il romanzo non è esente da momenti davvero crudi, tutti raccontati con stupefacente realismo e potenza, capaci di generare nel lettore forti emozioni.

L’autore non propone certo una storia edulcorata, anzi cerca di catapultarci in un mondo spietato e contraddittorio, temibile banco di prova disseminato di pericoli e violenza.

La forza di Educazione Siberiana, opera d’esordio di Nicolai Lilin, consiste proprio nel colpire senza mezzi termini, portando alla luce aspetti sconosciuti di una cultura affascinante ed inquietante, le cui radici sono molto profonde.

Un libro da leggere, fosse anche solo per avvicinarsi al mondo siberiano, aiutati da una scrittura semplice e diretta, capace di andare dritta al punto coinvolgendo il lettore pagina dopo pagina, di pari passo con la crescita umana e criminale dei protagonisti.

P.S.

Una volta terminata la lettura è d’obbligo guardare l’ottimo film di Gabriele Salvatores ispirato al romanzo. E proprio sabato 5 ottobre alle 20.30 al Centro Culturale San Gaetano di Padova durante lo Sugarpulp Festival verrà proiettato “Educazione Siberiana”, introdotto dallo stesso Nicolai Lilin che sarà uno dei grandi protagonisti del nostro festival.